Uno «zainetto» hi-tech per camminare
Le prime gambe bioniche sono italiane

Sono pronte le prime gambe bioniche e hanno superato con successo i primi test sull’uomo. Sono nate in Italia, nella Scuola superiore «Sant’Anna» di Pisa, hanno mosso i «primi passi» nei test condotti presso l’Istituto «Don Gnocchi» di Firenze e gli esperti prevedono un’evoluzione che nei prossimi anni le farà uscire dagli istituti di riabilitazione, facendone sostituti hi-tech del bastone per chi ha difficoltà a camminare.

Le gambe bioniche sono nate in Italia, nell’ambito del progetto europeo «Cyberlegs» («Cybernetic lower-limb cognitive ortho-prothesis»), coordinato dall’Istituto di Biorobotica della Scuola superiore «Sant’Anna» di Pisa, in collaborazione con Belgio (Università Cattolica di Lovanio e Vrije di Bruxelles) e Slovenia (Università di Lubiana). Durato tre anni, il progetto è stato finanziato dalla Commissione europea con 2,5 milioni.

Il risultato è una combinazione unica di protesi intelligenti, sensori e robot indossabili, come esoscheletri leggeri poco ingombranti, sperimentati su 11 volontari, tutti uomini di età compresa fra 33 e 80 anni. Il kit consiste in «un insieme di moduli che possono essere utilizzati sia singolarmente che in combinazione». Uno zainetto che aiuta a muovere le anche, scarpe intelligenti equipaggiate con sensori di pressione, accelerometri indossabili, dispositivi motorizzati che aiutano le articolazioni.

È infatti il primo progetto al mondo che unisce protesi e dispositivi robotici in un vero e proprio kit hi-tech per far camminare con meno fatica chi ha subìto un’amputazione delle gambe, ma anche persone anziane per le quali camminare è faticoso e impossibile senza un bastone o un deambulatore.

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