Va a caccia dei genitori biologici
Il tribunale ha dato il via libera

«Ricordo quella ragazzina, aveva 13 anni quando divenne madre di Maria Agnese, il 21 gennaio 1955». Piera Gritti, puericultrice della casa di accoglienza alla Dorotina di Mozzo, dal 1948 al 1980 ha visto passare tutte le giovani partorienti «irregolari».

«Ricordo quella ragazzina, aveva 13 anni quando divenne madre di Maria Agnese, il 21 gennaio 1955». Piera Gritti, puericultrice della casa di accoglienza alla Dorotina di Mozzo intitolata a Santa Francesca Romana, dal 1948 al 1980 ha visto passare tutte le giovani partorienti «irregolari».

Fra le bambine nate in quegli anni c’è anche Maria Agnese Vaboni Bellarditta, la donna che dopo una lunga battaglia ha ottenuto dal Tribunale dei minori di Firenze, prima in Italia, l’autorizzazione, a cercare, attraverso la magistratura, i genitori naturali. E la ricerca porta a Bergamo.

«Circa tre anni fa - racconta Piera Gritti - Maria Agnese mi ha contattato ed è venuta a Mozzo a vedere il luogo dove è nata e a guardare il registro dove è segnata la data di nascita: 21 gennaio alle 16. E dove appare come figlia di N.N.; non avevo potuto dirle altro. Poi è tornata circa un anno fa per lanciare un appello con la trasmissione “Chi l’ha visto”».

La ricerca, a questo punto, non dovrebbe essere lunga: le schede dei nati nella casa di accoglienza sono confluii nel 1959 nella Casa degli Angeli, costruita su una donazione dei coniugi Rumi. Nel 1973 la Casa è stata ceduta agli Ospedali Riuniti per ospitare i reparti di riabilitazione e tutti i documenti sono stati spostati nell’Archivio della Curia a cura dell’allora responsabile monsignor Antonio Pesenti.

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