Va agli arresti domiciliari, sparisce
Era nella banda che terrorizzò la Bassa

Tre anni e mezzo di carcere, rimediati con l’accusa di essere uno della banda dell’Audi che nell’ottobre del 2012 era diventata il terrore della Bassa. L’ultima condanna:18 mesi per evasione. È uccel di bosco dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari dalla corte d’appello di Brescia.

Tre anni e mezzo di carcere, rimediati con l’accusa di essere uno della banda dell’Audi che nell’ottobre del 2012 era diventata il terrore della Bassa martoriata dai furti in abitazione.

L’ultima condanna, 18 mesi per evasione, Alfred Prenga, trentenne albanese, l’ha incassata martedì. Da irreperibile. È uccel di bosco dal 21 maggio del 2013, 18 giorni dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari dalla corte d’appello di Brescia.

Quando alle tre di notte i carabinieri di Fara d’Adda erano andati a controllare se fosse in casa, avevano trovato solo Ardian Perleka il connazionale che l’aveva ospitato nel suo appartamento di via Locatelli a Canonica d’Adda.

«È il caso di aspettare che torni?», avevano chiesto i militari. «No, Alfred ha preso i vestiti ed effetti personali e non l’ho più visto», aveva risposto l’albanese. È quasi certo che Prenga sia tornato in patria, per sfuggire alle pene da scontare e a un nuovo processo per rapina che pende sul suo capo e non promette nulla di buono. Era stato arrestato il 29 ottobre 2012, l’unico della banda della Audi scura a cui i carabinieri stavano dando la caccia da tempo. Una batteria di quattro elementi specializzata nei furti in abitazione e che entrava in azione quando calava l’oscurità.

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