Via il roaming nell’estate 2017
Ma non mancano le ombre (sui dati)

Un altro passo avanti dall’ Unione europea, ma la soluzione rischia comunque di penalizzare alcune categorie di utenti.

Avanti verso la fine del roaming prevista per metà giugno 2017. I 28 dell’Europa, con un voto su cui si sono spaccati, hanno comunque approvato a maggioranza le regole anti-abuso proposte dalla Commissione Ue. Queste impediscono il roaming permanente, ovvero l’utilizzo di una scheda acquistata in un Paese con tariffe migliori per usarla in modo continuativo in un altro, e coprono tutti gli utenti sulla base del principio di residenza e dei legami stabili a uno stato membro, dagli studenti Erasmus ai lavoratori transfrontalieri, assicurando loro la fine dei sovraccosti dell’uso dello smartphone all’estero. L’Italia ha votato a favore: anche le carte prepagate, assicurano fonti Ue, rientrano nel pacchetto e beneficiano come gli abbonamenti della fine dei sovraccosti.

Con le nuove regole si garantisce a tutti, inclusi studenti Erasmus, lavoratori transfrontalieri, viaggiatori frequenti, pensionati o lavoratori che spendono parte dell’anno in un altro Paese, di poter pagare chiamate, sms e traffico dati alla stessa tariffa che a casa. Gli operatori potranno chiedere prove della residenza o dei legami con il Paese di cui si chiede la carta sim e si dovranno basare sull’indirizzo di fatturazione delle bollette per verificare sino a che punto un utente è residente o meno nel Paese in cui ha sottoscritto il contratto telefonico. Gli operatori dovranno aspettare almeno quattro mesi, e di fronte a un consumo dati superiore alla norma, prima di inviare un messaggio d’avvertimento all’utente. Questo avrà 14 giorni per informare il suo operatore sulla sua situazione. In caso di irregolarità, l’operatore non potrà comunque imporre sovraccosti superiori a quelli all’ingrosso che gli operatori si pagano tra di loro per i servizi di roaming, attualmente in corso di negoziato tra le istituzioni Ue.

Per le carte prepagate, i consumatori una volta all’estero potranno utilizzare il loro credito rimanente alla stessa tariffa che a casa per chiamate ed sms, mentre per i dati pagheranno il prezzo all’ingrosso del servizio che si applicano tra di loro gli operatori. Per chi ha abbonamenti illimitati con tariffe addirittura inferiori ai prezzi all’ingrosso, il traffico voce e sms resta illimitato, mentre per i dati avrà diritto a due volte il valore del suo abbonamento al prezzo all’ingrosso.

Tutto bene, quindi? Non proprio. Perché nei forum specializzati non sono in pochi a sollevare dubbi su un accordo che, alla fine, rischia di penalizzare un po’ i consumatori. Ecco l’opinione di Luca Annunziata su Punto informatico.it.«Non si può parlare di annullamento del fin qui ambizioso percorso verso il roaming zero all’interno dei confini dell’Unione Europea, ma di sicuro la soluzione trovata dalla Commissione Europea per mettere d’accordo operatori e consumatori non avvantaggia questi ultimi. Se resta valido il principio che vuole la cancellazione progressiva di ogni differenza di tariffazione per l’abbonato ovunque si trovi nel Vecchio Continente, ora sono previste delle limitazioni ben precise soprattutto per quanto attiene la navigazione dati: un meccanismo di protezione degli interessi degli operatori contro gli abusi».

«Quello che è avvenuto è che la Commissione ha trovato una soluzione che accontentasse tutti e 28 i paesi membri per definire il cosiddetto “fair use”: l’utilizzo lecito delle reti nazionali ed estere finisce per prevedere un tetto di 4 mesi consecutivi da parte dei cittadini che si trovano all’estero e mantengono un rapporto fisso col paese d’origine (es: studenti Erasmus, lavoratori pendolari), trascorsi i quali gli potrebbe essere chiesto conto del loro operato ed eventualmente - dopo 14 giorni di preavviso - anche di pagare per il traffico in eccedenza effettuato».

«Alla fine ha poi prevalso anche la linea conservativa per ciò che attiene il tetto imposto a chi gode di tariffe particolarmente vantaggiose: soprattutto in nord-Europa ci sono operatori che offrono pacchetti tutto-incluso a prezzi invitanti, ma non assisteremo a una migrazione in massa di abbonati verso quelle nazioni. In queste circostanze, infatti, sarà possibile imporre un tetto massimo di traffico voce e dati oltre il quale scatterà una tariffa maggiorata. Infine, anche dopo giugno 2017 per le telco sarà possibile chiedere una deroga al roaming zero se si verificheranno specifiche condizioni: se, in conseguenza dell’abbattimento delle tariffe, fossero in grado di dimostrare di perdere più del 3 per cento del proprio fatturato, allora scatteranno delle misure di sicurezza per consentire delle eccezioni alla regola».

«Tutto questo in quadro generale in cui mancano ancora alcuni tasselli. Manca un’armonizzazione delle frequenze a livello continentale, la discesa dei prezzi all’ingrosso (wholesale) è stata oggetto di una intensa contrattazione che ha portato a un compromesso che allunga i tempi per il roaming dati fino al 2021 e non ha chiarito ancora tutti i punti oscuri. Il problema è, manco a dirlo, “Nord contro Sud”: i paesi più spesso visitati dai turisti in vacanza, Italia compresa, saranno quelli più penalizzati in termini di roaming visto l’afflusso soprattutto durante l’estate dei clienti di altre nazioni, dunque sono stati la voce più alta che ha sostenuto la necessità (e sostiene ancora) di ripensare queste regole in termini meno drastici»

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