Voli notturni su Orio al Serio
Il dibattito resta sempre acceso

Legambiente smorza la sentenza del Tar del Lazio sui voli notturni. All’indomani dell’annullamento del regolamento che aveva stabilito il divieto dei voli notturni all’aeroporto Marco Polo di Venezia, emergono diverse letture della sentenza.

Se per Sacbo «fa chiarezza su base nazionale rispetto alla normativa che disciplina l’operatività notturna», per Legambiente le cose stanno diversamente. «La sentenza non consente a Sacbo di ritenere autorizzati l’enorme numero di voli notturni e diurni dello scalo orobico - ha sottolineato Dario Balotta, responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia -  ciò perché l’autorizzazione in possesso della Sacbo risale al 2003, quando fu approvata la Valutazione di impatto ambientale che comprendeva diverse prescrizioni mai ottemperate. Mancando la zonizzazione acustica aeroportuale, come richiesto anche dai sindaci, valgono quelle comunali ben più restrittive: i limiti del rumore permessi delle zonizzazioni comunali sono pertanto ampiamente superati ( da 45 decibel a 70 decibel)».

Sacbo, dal canto suo, ha respinto le accuse di Legambiente, senza esprimere direttamente commenti in merito: la società che gestisce lo scalo bergamasco ha però voluto ribadire la validità della sentenza del Tar del Lazio su tutto il territorio nazionale. «L’attività H24 dell’aeroporto di Orio è tuttora legittimata anche alla luce del decreto numero 677/03 rilasciato dal Ministero dell’Ambiente nel 2003. Nel pronunciarsi positivamente in merito alla sostenibilità ambientale del Piano di sviluppo aeroportuale, in cui era stata chiaramente indicata l’intenzione di operare un’importante attività notturna, il decreto non contiene alcun riferimento a divieti di volo notturno, né alcun tipo di prescrizione nel merito, se non relative a precise e adeguate procedure antirumore e opere di mitigazione cui l’aeroporto e Sacbo hanno sempre ottemperato».

Di diverso avviso l’associazione ambientalista: «Le delocalizzazioni non sono partite, le insonorizzazioni ancora insufficienti e, rispetto al traffico autorizzato nel 2003 (che era di 6 milioni di unità di traffico), quest’ultimo risulta più che raddoppiato - ha aggiunto Balotta -, serve ora una nuova Valutazione d’impatto ambientale, che fermi lo sviluppo caotico e fuori controllo dello scalo grazie alle inadempienze di Sacbo, che hanno provocato consistenti danni ambientali di rumore e di inquinamento atmosferico.

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