Yara, è caccia a Ignoto 2 e 3
Sono i due presunti complici?

A voler usare l’algida terminologia alfanumerica degli inquirenti, sarebbero «Ignoto 2» e «Ignota 3». Ci sono due dna repertati sul luogo del delitto che non sono mai stati attribuiti, tracce biologiche ritenute poco significative e rimaste sempre al margine dell’indagine sull’omicidio di Yara.

A voler usare l’algida terminologia alfanumerica degli inquirenti, sarebbero «Ignoto 2» e «Ignota 3». Ci sono due dna repertati sul luogo del delitto che non sono mai stati attribuiti, tracce biologiche ritenute poco significative e rimaste sempre al margine dell’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio.

Erano sulla parte esterna di uno dei guanti che la tredicenne custodiva nelle tasche del giaccone: una in corrispondenza del pollice, l’altra del dito medio.

I profili estrapolati appartengono a una donna e a a un uomo che non è Ignoto 1, ossia l’assassino.

Sono quelle dei presunti complici? Il pm Letizia Ruggeri storce il naso. Il magistrato è da sempre convinto che quei guanti non siano mai usciti dalle tasche della ragazzina. E anche se fosse, anche se Yara li avesse persi in un’ipotetica colluttazione, perché l’omicida avrebbe avuto la cura di riporli nelle tasche?

Erano stati acquistati da poco e quindi non è escluso che quelle impronte biologiche appartengano all’uomo e alla donna che li avevano confezionati o commercializzati. Sono «tracce genetiche integre e leggibili», come aveva assicurato il procuratore aggiunto Massimo Meroni nel corso di una conferenza stampa. Ma che, nonostante le migliaia di comparazioni, non hanno ancora un padrone. Restano «Ignoto 2» e Ignota 3», a differenza di «Ignoto 1» che nel frattempo si è trasformato in Massimo Bossetti.

Il materiale sul guanto era stato individuato prima di quello repertato sui leggins che si rivelerà appartenente al muratore di Mapello; sicché i primi raffronti erano esclusivamente con quei due profili.

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