Zona rossa, il 4 gennaio pausa arancione
Le Regioni all’Iss: rivedere i parametri

L’Italia è tornata tutta in zona rossa: 6 giorni di lockdown anti-Covid fino all’Epifania, con la «pausa» arancione di lunedì 4 gennaio.

Cosa significa zona arancione? Rispetto al «tutto fermo» della zona rossa che limita gli spostamenti e prevede la chiusura dei negozi, ci si può spostare liberamente nel proprio Comune, senza necessità di autocertificazione, tra le 5 e le 22; è consentito muoversi tra Comuni con meno di 5 mila abitanti; negozi tutti aperti (fino alle 21), bar e ristoranti chiusi (salvo che per l’asporto e il domicilio).

Ma andiamo con ordine. La premessa è sempre la stessa, a prescindere dai colori: ci si può spostare e quindi uscire dal proprio Comune o dalla regione per comprovate esigenze di salute, lavoro, necessità (da esibire appunto con l’autocertificazione) e tornare a casa (domicilio, residenza) è sempre consentito. Nella «zona arancione» ci si può spostare all’interno del proprio Comune dalle 5 alle 22 (senza necessità di autocertificazione, che occorre invece dalle 22, quando scatta il «coprifuoco», e quindi l’autocertificazione serve durante le ore notturne per uscire anche in «zona arancione»). Quanto agli spostamenti tra Comuni, ci si può muovere solo per due ragioni ulteriori rispetto alle comprovate esigenze e il rientro a casa: andare a visitare un parente o un amico, recandosi presso un’abitazione privata, all’interno della regione, una sola volta al giorno, con l’autocertificazione, e al massimo in due (i minori di 14 anni non rientrano nel computo); ci si può spostare anche in più di due fuori dai Comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti, percorrendo una distanza non superiore a 30 chilometri e senza recarsi nel capoluogo di provincia, escluso quindi dalla destinazione finale (come riportato nelle Faq del governo, anche se si trova entro un raggio di 30 chilometri). Il rientro a casa è sempre consentito, mentre è vietato recarsi nelle seconde case ubicate in altra regione.

Negozi, bar e ristoranti
I negozi possono restare aperti fino alle 21 (la «ratio» della disposizione è evitare che i clienti si concentrino in un orario ristretto e si creino assembramenti), ma sono sospese le attività dei servizi di ristorazione tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, la ristorazione con asporto: il cibo non si può consumare sul posto o nelle adiacenze dei locali. Restano comunque aperti i servizi di ristorazione di stazioni e aeroporti.

Attività motoria e sanzioni
L’attività motoria e sportiva è consentita purché all’interno del proprio Comune e all’aperto. Palestre, piscine e centri sportivi sono chiusi. Le sanzioni per chi non rispetta le regole vanno dai 400 ai mille euro. Si rischiano conseguenze più gravi, fino al penale, per chi esce di casa pur essendo in quarantena perché positivo o contatto stretto tenuto all’isolamento.

Intanto arriva da un documento delle Regioni la richiesta, ora al vaglio dell’Iss, l’Istituto Superiore della Sanità, di apportare alcuni cambiamenti che potrebbero influire sui 21 indicatori per stabilire l’assegnazione delle zone (gialla, arancione, rossa) nell’ambito del monitoraggio della Cabina di regia.

Tra questi, secondo quanto si è appreso, un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutata potrebbe essere anche la definizione dei «casi» e strategie di esecuzione dei test.

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