Heineken, il birrificio punta
ad aumentare la produzione

È già il più grande birrificio d’Italia. Lo stabilimento di Comun Nuovo, dove sono stati investiti circa 100 milioni di euro negli ultimi dieci anni, è la punta di diamante della Heineken in Italia. Con la sua produzione annua di 2,3 milioni di ettolitri è infatti diventato il principale stabilimento nazionale. L'approfondimento su L'Eco in edicola oggi

È già il più grande birrificio d’Italia. Lo stabilimento di Comun Nuovo, dove sono stati investiti circa 100 milioni di euro negli ultimi dieci anni, è la punta di diamante della Heineken in Italia. Con la sua produzione annua di 2,3 milioni di ettolitri è infatti diventato il principale stabilimento nazionale del gruppo, avendo superato anche quello di Massafra (Taranto) che manteneva il primato fino a qualche anno fa. E non risultano altri impianti di pari capacità neppure nella concorrenza.

«La capacità produttiva potenziale è attualmente di 2,9 milioni di ettolitri all’anno a seguito dell’ultimo ciclo di investimenti tra il 2004 e il 2008 - spiega Giovanni Sorce, direttore del birrificio bergamasco -. Il master plan prevede la possibilità di arrivare fino a 4 milioni di ettolitri. Non è stata però fissata una precisa tempistica: molto dipenderà anche da come si sviluppa il mercato. I consumi di birra in Italia stanno crescendo, ma molto lentamente, e con 28 litri pro capite siamo un po’ la nazione fanalino d’Europa».

Sono in fase di completamento le procedure amministrative per portare la possibilità di utilizzo dell’acqua dagli attuali 140 litri al secondo a 200. Da Comun Nuovo escono attualmente circa 460 milioni di bottiglie da mezzo litro (un calcolo teorico perché il confezionamento avviene sia in bottiglie di vetro - da 33 e 66 centilitri - e in fusti da 20 o 30 litri per bar e ristoranti).

Con la crescita della produzione è aumentata progressivamente anche l’occupazione (più 20% in quattro anni). Attualmente a Comun Nuovo lavorano circa 210 persone nei punti di picco: 150 fissi, 20 stagionali (in particolare nel periodo marzo-agosto) e 40 addetti di società terziste, ad esempio, per le attività di carico-scarico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA