Prezzi al consumo a Bergamo:
novembre in aumento dello 0,2%

Prezzi in aumento a Bergamo nel mese di novembre: l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) risulta in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale, cioè la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, si attesta a + 0,5% in aumento rispetto al - 0,2% registrato il mese scorso.

Nel mese, tra capitoli in aumento, quelli che registrano la maggiore variazione sono stati quello dei «Mobili, articoli e servizi per la casa» (+0,6%) e quello degli «Altri beni e servizi» (+0,6%) dove salgono i prodotti di bellezza, profumi e deodoranti, l’oreficeria, le spese sanitarie e i servizi finanziari.

Seguono, in rialzo, il capitolo dell’«Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili» nel quale sono aumentati i servizi di riparazione e manutenzione della casa e i combustibili liquidi, mentre sono in controtendenza i combustibili solidi. E poi quello dei «Trasporti» dove le crescite delle quotazioni medie dei carburanti, pneumatici, acquisto biciclette e servizi di trasloco, sono solo in parte controbilanciate da cali nel noleggio veicoli e nei trasporti aerei.

I «Generi alimentari» risultano complessivamente in rialzo: tanti i prodotti in crescita, pochi quelli in diminuzione. Sale anche «Bevande alcoliche, tabacchi» dove crescono i vini. Lieve apprezzamento per «Abbigliamento e calzature» dove salgono biancheria, calzetteria e servizi di lavanderia.

In diminuzione il capitolo dei «Servizi ricettivi e di ristorazione» dovuto a cali nei diversi servizi di alloggio; seguito da quello delle «Comunicazioni» dove scendono le apparecchiature e materiale telefonico.

Complessivamente in calo, seppur con un andamento sensibilmente contrastato, il capitolo della «Ricreazione, spettacoli e cultura» dove alle diminuzioni dei prodotti elettronici e turistici si contrappongono alcuni aumenti nei personal computers, articoli sportivi, fiori e piante e servizi per animali. Stabile il capitolo dei «Servizi sanitari e spese per la salute» mentre resta invariato quello dell’«Istruzione».

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