Passera: «Il credito ha tenuto»
Profumo:«Unicredit banca unica»

«Il credito in Italia ha tenuto nonostante alcune sue determinanti, come fatturato, produzione e investimenti, siano crollate. Banche e imprese devono trovare soluzioni alternative, siedono dalla stessa parte del tavolo e stanno cercando di risolvere la situazione».


Lo ha dichiarato il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, a margine del convegno annuale di Italcementi. «Dire dei sì e dei no alle imprese che ci chiedono credito è il nostro compito - ha aggiunto Passera -, oltre che una grave responsabilità. I no sono sempre sofferti e rispetto al totale delle richieste sono soltanto di qualche punto percentuale. E soprattutto ci sono grandissime linee di credito inutilizzate. Il problema dunque è la domanda di credito spesso al di sotto dell'offerta. Anche se ci sono aziende che non riusciranno a uscire dalla crisi». Mentre sui derivati, il numero uno di Intesa Sanpaolo ha osservato: «Di per sé non sono né buoni, né cattivi. Il problema è come sono stati utilizzati».

Per quanto riguarda lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall'estero, Passera ha aggiunto che «in alcuni frangenti è necessario assumere iniziative estreme e lo scudo fiscale è una di queste. Non fa parte della fisiologia, ma delle scelte legate a un particolare momento».

Infine rispondendo al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che aveva parlato di morale basso dei dipendenti del ramo Sanpaolo del gruppo Intesa Sanpaolo, Passera ha sottolineato che «la fusione è un'operazione complessa ma che ha dimostrato in molti modi che tutte le componenti aziendali hanno contribuito con il massimo impegno e disponibilità. La gente di Intesa Sanpaolo ce la sta mettendo tutta, poi le difficoltà ci sono e restano».

La riorganizzazione di Unicredit che verrà avviata martedì prossimo dal cda e che porterà alla nascita della «banca unica» è mirata all'avvicinamento con la piccola e media impresa. È quanto ha spiegato l'amministratore delegato Alessandro Profumo durante il convegno annuale di Italcementi. «Nel consiglio di amministrazione del 15 dicembre - ha ricordato - verrà approvato un nuovo modello organizzativo per riavvicinare alcuni profili decisionali alla fascia di clientela delle pmi, che per noi sono quelle con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro. Vogliamo riportare la relazione con questa parte di clienti - ha messo in evidenza - nella struttura organizzativa più vicina al territorio. Ci può essere un po' di perdita di parte delle competenze: c'è sempre uno scambio tra prossimità e livello di sofisticazione del servizio».

Il rientro di 100 miliardi di euro con lo scudo fiscale dovrebbe far riflettere sul fatto che i capitali fossero all'estero invece che nelle aziende. È quanto ha messo in rilievo Profumo: «Il capitale finanziario - ha sottolineato - era in Svizzera: se in tre mesi rientrano 100 miliardi di euro di capitale, vuol dire che non era dentro le imprese. E qui dovremmo fare qualche riflessione».

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