Crisi edile a Bergamo: nel 2009
andati persi 2.800 posti di lavoro

«Netta contrazione degli investimenti, forte diminuzione degli occupati, abusivismo che avanza e un futuro che si prospetta ancora nero. La provincia di Bergamo non è certo immune alla crisi del settore delle costruzioni: nel 2009 c'è stato un calo degli addetti del settore di circa 2.800 unità, mentre anche negli impianti fissi oltre 1.200 persone sono interessate da situazioni di crisi». È il triste quadro della situazione nel settore edile della Bergamasca come è emerso in una conferenza stampa indetta dalla Filca Cisl. Ecco come continua il comunicato finale.

«Ferme restando le questioni inerenti la crisi dei mercati, è obbligatorio superare i dati della disoccupazione e delle imprese in difficoltà guardando oltre l'effetto e ricordando le cause. La crisi che stiamo vivendo, anche qui a Bergamo, anche in un settore che un tempo veniva definito "anticiclico", è stata generata dalla politica delle speculazioni finanziarie e sulla vendita di prodotti immateriali delle banche: le carte di credito e i fondi mutui subprime innanzi tutto, ma anche la sperequazione tra prestito e tasso di interesse hanno definitivamente danneggiato il mercato, trasformandolo definitiva-mente».

«Tale crisi, tuttavia, non sembra aver determinato un processo culturale di responsabilità, né tantomeno la condanna dei responsabili. Premesso questo, la Filca Cisl di Bergamo ha chiesto alla politica la massima attenzione per la difesa dei lavoratori della categoria, poiché essi rappresentano l'eccellenza del territorio e la tradizione dell'economia artigianale e industriale di grandi aree della provincia bergamasca».

«Attenzione significa ammortizzatori sociali straordinari, ma anche facilitazioni per il rientro nel ciclo produttivo dei lavoratori disoccupati: formazione permanente e maggiore coesione tra gli enti bilaterali, anche in termini di promozione della sicurezza. Lo stallo delle vendite e la retrocessione dei dati riguardanti le ristrutturazioni sembrano essere in risalita, soprattutto se lette dalla prospettiva delle Grandi Opere che investiranno il territorio bergamasco».

A tal proposito chiediamo urgentemente che le Associazioni degli industriali e il movimento sindacale si riuniscano per la definitiva attuazione di un programma contro il crimine organizzato nei cantieri, complessa vicenda che rischia di arginare il recupero economico del settore. Perché non può esserci alcuno sviluppo senza legalità e senza la condanna dei mafiosi».

Come Filca Cisl per primi abbiamo lanciato l'allarme mafia, ma al contempo abbiamo suggerito possibili strumenti: la conferenza sociale territoriale tra sindacato, Ance, Prefettura e Organi di Polizia al fine di elaborare un programma permanente; un protocollo legalità progressivo, un perimetro sociale invalicabile alla mafia».

«La nostra idea di "anticipo alla contrattazione di anticipo" passa anche dalla proposta di una legge di riforma dell'attuale normativa antimafia che regola i pubblici appalti. Serve la dichiarazione d'anticipo dei sub appalti e la certificazione antimafia per tutti i realizzatori, come anche la tracciabilità totale dei flussi finanziari, un conto corrente unico dell'opera, insomma».

«La crisi è il miglior clima per la crescita dei criminali mafiosi, degli usurai, dei taglieggiatori collegati al ciclo del movimento terre e dei rifiuti, mentre il silenzio e l'ignoranza sono i regali più importanti che possiamo fare alla mafia. L'arresto in Lombardia dei latitanti Fidanzati e Matranga sembra svelare un radicamento ben maggiore di quel che pensiamo; sembra che alla tavola imbandita dell'Expo 2015 la mafia sia seduta con il tovagliolo al collo: spetta a noi impedirle di impossessarsi delle posate».

«Occorre ponderazione e non premure, strumenti e sostegni ai programmi di prevenzione. Tra i nodi cruciali per la nuova partenza del settore occorre sottolineare la delicata vicenda dei "patti di stabilità" dei comuni o degli altri Enti Locali. La campagna di demonizzazione del patto di stabilità di bilancio è una trovata elettorale, poiché prima del superamento del bilancio di sicurezza con la deroga al patto di stabilità sarebbe opportuno capire se i comuni e le Province stiano adoperando il miglior metodo per le spese in un momento di crisi come questo attuale».

Pertanto la Filca bergamasca propone il rilancio di un "patto straordinario anticrisi", un "patto di piccoli passi", capace di prevedere le urgenze straordinarie delle piccole opere pubbliche - dal recupero di aree urbane minori, ai marciapiedi, alle ristrutturazioni degli edifici scolastici - sbloccando i bilanci dei singoli enti a favore di un programma di interventi in coordinamento finanziario tra Regione Lombardia, provincia e associazioni di comuni A tali opere però dovranno essere ammesse solo le aziende che si impegnano nel formulare "l'offerta maggiormente vantaggiosa" e non la più economica e che sapranno essere socialmente responsabili, trasparenti, solidali».

«Per difendere le nostre aziende bergamasche, per bene, storiche e innovatrici, occorre la partecipazione di tutti, e nella difesa dei lavoratori in cantiere occorre un largo uso di tecnologia avanzata. Abbiamo lanciato la sfida della Safety Card, il libretto digitale e documento di identità integrato per ogni lavoratore: chiunque lavori nei cantieri viene difeso dalla tecnologia, registrati i dati e le professionalità e immesse le informazioni in un unico data base collegato con le forze dell'ordine e con la Asl, al fine di impedire il lavoro nero, lo sfruttamento, il caporalato».

«Quest' ultima piaga va combattuta con l'iscrizione del reato di caporalato nel codice di procedura penale, superando il sistema attuale che ad oggi stabilisce solo una condanna amministrativa. La Filca Cisl è impegnata nella lotta alla disoccupazione, ma anche contro la premura e l'abbassamento della guardia sulla sicurezza e sul contrasto al crimine, e adesso aspettiamo fiduciosi la risposta positiva, la collaborazione, il lavoro comune delle Istituzioni del territorio».

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