Indesit, 2° trimestre positivo
Fiom-Cgil: ora si riveda piano

«Con questi risultati, che lo stesso Cda ha definito oggi "molto positivi", il Gruppo Indesit dovrebbe ringraziare i propri lavoratori anziché chiudere gli stabilimenti e licenziare oltre 500 persone con il suo Piano industriale»: lo ha sottolineato Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil, commentando le notizie in arrivo da Milano, dove si è riunito il Consiglio di Amministrazione di Indesit Company, sotto la presidenza di Andrea Merloni, per esaminare i dati del secondo trimestre.

«Il buon andamento sia del fatturato che della redditività, raggiunti grazie anche alle risorse pubbliche messe a disposizione con gli incentivi, dovrebbero chiamare il gruppo a una più attenta politica industriale evitando di scaricare le conseguenze del Piano industriale sui lavoratori», continua Rota.

«Si tratta di risultati raggiunti pur con la presenza nel gruppo dei due stabilimenti di Brembate e Refrontolo che ora l'azienda vorrebbe chiudere. Questa per noi è una conferma, un'ulteriore prova, che il mantenimento dei due siti non preclude i buoni livelli di redditività di tutto il gruppo. Ora Indesit riveda il Piano».

Indesit ha chiuso il 2° trimestre 2010 con ricavi pari a 671,6 milioni di euro in aumento del 9,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel primo semestre 2010, i ricavi sono stati pari a 1,273 milioni in aumento del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'indebitamento finanziario netto è sceso a 366 milioni di euro, in miglioramento di 158 milioni di euro rispetto ai 524 milioni del 30 giugno 2009 (fonte Dow Jones Newswires).

Il margine operativo (Ebit) nel secondo trimestre del 2010 è stato pari a 29 milioni di euro, contro 14,1 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente facendo così registrare un incremento positivo del 105,2%. La percentuale del margine sul fatturato è salita al 4,3% dal 2,3% del secondo trimestre 2009 (fonte Teleborsa).

Ricordiamo che il colosso produttore di elettrodomestici, il 9 giugno scorso, ha annunciato di voler chiudere insieme allo stabilimento di Refrontolo anche quello Bergamasco di Brembate di Sopra, mettendo a rischio 430 posti di lavoro più altri 300 dell'indotto.

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