Sacconi dice «no» alla legge
sulla rappresentanza sindacale

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi chiude la porta all'ipotesi di una legge sulla rappresentanza nelle relazioni industriali come richiesto dalla Cgil, sottolineando che solo le parti in causa possono stabilire i criteri del reciproco riconoscimento.

«Solo le parti coinvolte - ha dichiarato Sacconi nel suo intervento all'assemblea di Confindustria Bergamo - possono stabilire i criteri del reciproco riconoscimento, non si può fare una legge sulla rappresentanza». Tutt'al più, ha aggiunto il ministro «possiamo fare un ddl sulla riforma della regolarizzazione del diritto di sciopero nei trasporti in cui si ipotizza la comunicazione al mercato sulla rappresentatività delle organizzazioni sindacali che hanno proclamato lo sciopero. Questo si può fare, il resto no». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi nel suo intervento ha definito «costruttivissima» la manifestazione di Cisl e Uil del prossimo 9 ottobre per la diminuzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente, ma ha anche rivolto un invito ai sindacati a «concentrarsi su una fiscalità intelligente che premi, ad esempio, la produttività».

Nel condividere le ragioni della manifestazione Sacconi, riferendosi alla Cgil, ha ricordato che «c'è una parte del sindacato a mio avviso sempre più minoritaria con un'attitudine alla logica del conflitto».

Il ministro Sacconi, in mattinata, nella sala Conferenze della sede di Sant'Agostino, ha assistito al dibattito sulle politiche del lavoro promosso dalla Scuola internazionale di dottorato in Formazione della persona e diritto del mercato del lavoro, diretta dal professore Giuseppe Bertagna. All'incontro erano presenti tra gli altri il prorettore delegato ai rapporti con enti e istituzioni del territorio Remo Morzenti Pellegrini, i dottorandi Lisa Rustico, Cristina Galbiati e Paolo Tomassetti.

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