Val Vertova, artigiano dell'energia
gestisce mini centrale idroelettrica

Microidroelettrica: un nome che è tutto un programma, meglio, una storia, quella di Vito Calicchio e della società che gestisce la Centrale in Val Vertova, una «micro» realtà attiva da quasi un secolo.

Microidroelettrica: un nome che è tutto un programma, meglio una storia, quella di Vito Calicchio e della società che gestisce la Centrale in Val Vertova, una «micro» realtà attiva da quasi un secolo e che negli ultimi trent'anni è diventata un'attività artigianale che, nell'era dell'energia sostenibile, merita attenzione.

L'incontro nella sede di Confindustria, oggi alle 14,30, alla quinta giornata della Settimana dell'energia, presenta la storia e le potenzialità di un impianto che in precedenza era stato di proprietà della Madival, industria tessile con sede a Leffe.

«In questa zona - spiega Calicchio, emigrato in Lombardia dalla Basilicata in giovane età - erano molte le centrali, nate principalmente per l'iniziativa di grossi gruppi industriali. Lungo la Val Vertova se ne contavano quattro, ma è rimasta solo la mia. Nei primi anni '80 mio suocero, Luigi Mistri titolare di una ditta edile, acquistò la Centrale, affidandomene la gestione. Diventai un “artigiano dell'energia” seguendo l'incessante roteare della turbina Francis che sfrutta la caduta dell'acqua captata in località Lacnì, con apposito canale di carico».

Il canale misura poco meno di due chilometri e approvvigiona la centrale in maniera continua, garantendo una potenzialità produttiva di circa 90 kw all'ora grazie a una portata massima di 301 litri al secondo. La piccola centrale (poche decine di metri quadri che somigliano a un qualsiasi laboratorio artigiano) riunisce in un paio di ambienti i macchinari e gli utensili, per i quali Calicchio ha anche un'attività di vendita e riparazione che attualmente è praticamente ferma.

L'energia invece non conosce soste e anche per le «vendite» non ci sono problemi: quanto viene prodotto viene acquistato dal Gestore dell'Energia e immesso nella rete. «Siamo fra le realtà più piccole del settore idroelettrico – sottolinea Calicchio – e come per altri ambiti si avverte il bisogno che la legislazione possa in qualche modo differenziare le prescrizioni a seconda delle dimensioni dell'impianto. La burocrazia e gli adempimenti rischiano di essere ostacoli forti per un'attività che non solo è a impatto zero, ma che addirittura contribuisce alla salvaguardia del territorio».
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