Materie prime, prezzi raddoppiati
In difficoltà il settore del tessile

Dopo la crisi, che inizia a lasciare spazio ad andamenti più positivi, lo «tsunami materie prime». È la questione che Silvio Albini, consigliere delegato del Cotonificio Albini, mette al primo posto alla vigilia di Milano Unica, in fiera al Portello.

Dopo la crisi, che inizia a lasciare spazio ad andamenti più positivi, lo «tsunami materie prime». È la questione che Silvio Albini, consigliere delegato del Cotonificio Albini, mette al primo posto alla vigilia di Milano Unica, in fiera al Portello.

Albini, che fa parte del comitato di presidenza del Salone del tessile come presidente di Shirt Avenue (tessuti per camiceria), definisce il rally dei prezzi delle materie prime un cambiamento strutturale del sistema economico.

«In trent'anni - spiega - si sono visti molti alti e bassi, ma mai così intensi e con un reale squilibrio tra offerta e domanda: c'è una scarsissima disponibilità fisica di materia prima». Il caso del cotone può esemplificare la situazione.

Tra luglio e novembre del 2009 i prezzi del cotone a fibra lunga per filati fini per camiceria, un segmento che vale circa il 2% della produzione mondiale di cotone, oscillavano attorno ai 100 centesimi di dollaro per libbra. Tra fine 2010 e inizio 2011 ci si muoveva fra i 230 e i 280 centesimi di dollaro, più del doppio, con ulteriori incrementi fra il 12 e il 15% dai primi dell'anno a oggi.

Nei principali Paesi produttori, Cina, India, Usa e Pakistan, ci sono stati problemi meteorologici con gravi conseguenze sul coltivato. Poi c'è l'effetto concorrenza di altre colture.

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