La battaglia per l'elezioni delle Rsu
Fim e Uilm: superare i veti nazionali

Ci riprovano Fim Cisl e Uilm Uil a cercare un'intesa con la Fiom Cgil in materia di attribuzione dei seggi nelle elezioni delle Rsu nel settore metalmeccanico. «Siamo pronti a fare accordi che superino i veti nazionali ma finora il nostro appello è rimasto inascoltato».

Ci riprovano Fim Cisl e Uilm Uil a cercare un'intesa con la Fiom Cgil in materia di attribuzione dei seggi nelle elezioni delle rappresentanze sindacali nel settore metalmeccanico. «Siamo pronti a fare accordi che superino i veti nazionali - hanno dichiarato nel corso di una conferenza stampa, Ferdinando Uliano e Angelo Nozza, rispettivamente a capo delle segreterie di Fim-Cisl e Uilm-Uil - ma finora il nostro appello è rimasto inascoltato».

E se per i due terzi dei rappresentanti sindacali (quelli votati direttamente dai lavoratori) non ci sono problemi, il motivo del contendere è quel «un terzo» di rappresentanti nominati nelle aziende direttamente dalle organizzazioni e che – stando a Cisl e Uil – dovrebbe garantire una posizione paritaria. Nel senso che questo «un terzo» veniva tradizionalmente attribuito al sindacato che non si era aggiudicato nessun seggio o, in caso ce ne fosse più di uno in questa situazione, a quello che aveva preso il maggior numero di voti.

Nel dicembre 2009, però, la Cgil ha deciso di rompere questo patto di solidarietà, e da allora non si è trovata nessuna soluzione. La proposta di Uliano e Nozza è quindi quella di concordare delle regole, ma se le indicazioni di Fim-Cisl e Uilm-Uil vanno nella direzione di un proporzionale puro, per l'attribuzione di questi seggi, quelle della Fiom prevedono un doppio premio di maggioranza. Insomma le posizioni sono parecchio distanti e questo ha provocato una serie di contenziosi nelle aziende come Abb Sace, Schneider Electric (contenzioso tra , N&W, Exide, Cromoplastica spa e Nuova Bianchi Vending.

«E rappresentano solo la punta dell'iceberg – chiarisce il segretario di Fim Cisl, Ferdinando Uliano – sono le prime industrie in cui si è votato per il rinnovo delle Rsu. I contenziosi provocano una pesante litigiosità tra le rappresentanze sindacali e il rischio è che si estendano a macchia d'olio anche nelle prossime aziende coinvolte. Chiediamo che la Fiom rispetti almeno il meccanismo paritario di Cgil, Cisl e Uil».

Quello che temono Uliano e Nozza è che la conflittualità degeneri, pregiudicando anche le trattative in vista dei futuri rinnovi contrattuali, a cominciare da Tenaris Dalmine e Same. E il dito rimane puntato contro la Fiom bergamasca: «Basterebbe applicare la medesima intesa che si è trovata in altre realtà territoriali – sottolinea Angelo Nozza, leader di Uilm-Uil – come a Costa Volpino e in Val Camonica. Noi rilanciamo, Bergamo ha sempre avuto grandi capacità di trovare soluzioni. Nel sindacato si deve decidere consensualmente, non a colpi di maggioranza».

Di certo c'è che la proposta - sollevata dalla Fiom - di una sorta di premio di maggioranza per l'attribuzione di questa quota di seggi, al settore metalmeccanico di Cisl e Uil proprio non piace. «Ce lo insegna il mondo politico che proprio non funziona – concludono i due rappresentanti sindacali – è assurdo che cominciamo ad applicarla noi».

Mariagrazia Mazzoleni

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