Musica, cresce il mercato digitale
«Ma la pirateria danneggia il futuro»

Il digitale è il 21% del mercato discografico italiano, ma la pirateria danneggia i giovani telenti e il futuro del Paese. Dati importanti quelli spiegati all'Accademia della Gdf durante un convegno sul tema della pirateria digitale.

Il digitale è il 21% del mercato discografico italiano. Un dato importante e decisamente corposo che tenderà a crescere con gli anni, come è stato spiegato all'Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo durante un convegno sul tema della pirateria digitale e della tutela dei contenuti in rete. presenti, tra gli altri, anche il console a Milano degli Stati Uniti d'America, Kyle R. Scott; Gianni Morandi; il ceo della Federazione mondiale dell'industria discografica Frances Moore, e numerosi esponenti del mondo delle istituzioni, della politica e delle autorità militari e giudiziarie.

Nel corso del convegno il presidente di Fimi, Enzo Mazza, ha presentato i dati relativi ai danni causati dalla pirateria evidenziando «come il calo del 73% del mercato italiano tra il 1999 e il 2009 non abbia significato solo danni alle imprese e conseguenti riduzioni di posti di lavoro ed investimenti in giovani talenti, ma anche più di 200 milioni di evasione di Iva. Non solo - ha detto Mazza -, la nascita di piattaforme illegali collocate all'estero ha dirottato milioni di euro di pubblicità su tali siti con ulteriori perdite per lo Stato».

Mazza nel suo intervento conclusivo ha auspicato che le misure all'esame di Agcom in Italia vedano «l'introduzione di serie procedure per il blocco e l'inibizione dei siti illegali - ha spiegato - Blocchi che quando attuati dalla magistratura hanno colpito le piattaforme parassite come PirateBay e BTJunkie con conseguenti cali nel traffico illecito».

Secondo i dati Deloitte per Fimi, il primo semestre 2011 mostra un fatturato totale digitale di 12,4 milioni di euro con una crescita del 10% rispetto al 2010. Il digital download cresce del 13% con una percentuale di album che crescono del 37% mentre i singoli crescono del 6%. Ancora forte la crescita dei ricavi basati sulla pubblicità, ovvero YouTube che cresce del 39%.

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