La Regione sulla crisi della Jabil:
l'azienda riveda le sue posizioni

Sulla crisi della Jabil (che coinvolge 325 lavoratori) è intervenuta la Regione Lombardia: non viene condiviso il piano presentato e si invita l'azienda a rivedere la propria posizione per mantenere le professionalità e le competenze delle unità presenti sul territorio.

Sulla crisi della Jabil è intervenuta la Regione Lombardia. È necessario un incontro urgente con la proprietà per capire effettivamente le sue reali intenzioni. Finora la procedura Raid (rete di assistenza per le imprese in difficoltà), messa a disposizione dalla Regione, non è stata richiesta dall'impresa.

Lo hanno annunciato lunedì 10 ottobre in Commissione Attività Produttive, presieduta da Mario Sala (PdL), gli assessori all'Industria Andrea Gibelli e al Lavoro Gianni Rossoni. All'incontro, che era stato richiesto da SeL e dal Pd per avere notizie sull'evoluzione della vicenda che riguarda 325 lavoratori (la Jabil opera nel settore delle telecomunicazioni), erano presenti anche le rappresentanze sindacali.

Gibelli e Rossoni hanno ricordato che nell'incontro al ministero per lo Sviluppo Economico del 28 settembre scorso, l'azienda ha confermato di voler chiudere a fine anno il sito di Cassina de' Pecchi (Mi) e gli uffici di Bergamo. Il piano di investimenti - hanno spiegato i due Assessori - prevede lo sviluppo dello stabilimento di Marcianise, in provincia di Caserta, e la cessazione dell'attività in Lombardia a causa della riduzione degli ordinativi provenienti dal cliente Nokia.

«Regione Lombardia - hanno sottolineato in Commissione Gibelli e Rossoni - non condivide il piano presentato, invitiamo l'azienda a rivedere la propria posizione per mantenere le professionalità e le competenze delle unità presenti sul nostro territorio. La nostra disponibilità resta intatta anche se non possiamo imporre l'attivazione di una procedura, che resta pur sempre nella facoltà della libera scelta di chi fa impresa».

«Mi interrogo - ha detto Chiara Cremonesi (SeL) - sull'utilità degli strumenti messi in campo dalla Regione. Come è possibile rassegnarsi alla chiusura di uno stabilimento cosi importante e non avere nessun mezzo per salvare posti di lavoro a rischio?».

Per Fabio Pizzul (PD) «l'obiettivo dovrebbe essere mantenere un sito produttivo importante per la zona, per i dipendenti che ci lavorano, e per il settore dell'Hi-Tech. Assistiamo a un impoverimento del tessuto produttivo e all'impotenza della Regione a evitarlo».

«Auspico - ha detto Enrico Brambilla (PD) - che la Commissione dedichi una sessione ad hoc al settore Hi-Tech che sta vivendo una fase di crisi profonda. Lo abbiamo chiesto già da tempo, mi auguro che la Presidenza valuti seriamente la nostra proposta per arginare il progressivo venir meno di attività e competenze sul nostro territorio».

Valerio Bettoni (Udc) ha posto l'attenzione anche sulla situazione degli uffici Jabil che si trovano a Bergamo: «Sono preoccupato per le voci che parlano di uno spostamento dell'attività della Jabil a Marcianise. Chiedo alla Giunta di non dimenticare la situazione degli uffici di Bergamo, dove sono impiegate una trentina di persone che potrebbero restare a casa se l'azienda chiudesse definitivamente».

«La Commissione - ha concluso il Presidente Sala - insieme con la Giunta, sollecita l'azienda ad una veloce comunicazione con le Istituzioni, al fine di permettere una valutazione completa delle iniziative e degli strumenti a disposizione della Regione e del Ministero preposto, con l'obiettivo primario di mantenere gli attuali livelli occupazionali».

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