Ubi Banca e Creberg
Standard & Poor's taglia i rating

Standard & Poor's ha declassato i rating di 24 banche italiane, tra cui Ubi e Credito Bergamasco. La decisione interviene a seguito del declassamento di rating sul Paese, operato nelle scorse settimane

Standard & Poor's ha declassato i rating di 24 banche italiane. La decisione interviene a seguito del declassamento di rating sul Paese, operato nelle scorse settimane. «Le rinnovate tensioni di mercato sulla periferia dell'area euro - scrive l'agenzia in un rapporto - e l'indebolimento delle prospettive di crescita porteranno, a nostro parere, a un ulteriore deterioramento del contesto operativo per le banche italiane».

L'agenzia avverte di attendersi un aumento dei costi di rifinanziamento a carico degli istituti della penisola. Inoltre S&P ha puntualizzato di ritenere che che deterioramento del quadro «non è transitorio e non si invertirà facilmente».

Partendo da livelli di rating diversi, il declassamento ha coinvolto Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare Societa Cooperativa, Credito Bergamasco, Banca Aletti & C, Ubi Banca, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Milano, Banca Akros, Banca Carige, Banca Popolare di Vicenza, Credito Emiliano, Veneto Banca, Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, Cassa di Risparmio di Cento, Banca Popolare dell'Alto Adige, Banca di Bologna, Iccrea Holding e Iccrea Banca, Iccrea BancaImpresa, Agos-Ducato, Farmafactoring, Banca Mediocredito del Friuli-Venezia Giulia, BancaSai.

In particolare l'agenzia ha così tagliato il rating di Mps (da A- a BBB+), Banco Popolare (da A- a BBB), Ubi Banca (da A ad A-), Banca Popolare di Milano (da A- a BBB+), Banca Carige (da A- a BBB+).

Confermati i rating di Intesa Sanpaolo e Unicredit (entrambi A) e Bnl (A+) oltre che quelli di Mediobanca (A). Per l'agenzia, dunque, le rinnovate tensioni sul mercato e nei paesi periferici europei, specie in Italia, oltre che le prospettive di crescita in calo hanno portare a un ulteriore deterioramento delle condizioni operative delle banche italiane. Per il settore è previsto un aumento del costo della raccolta e un calo della redditività nei prossimi due anni mentre il rallentamento dell'economia nel 2012 potrebbe impedire il miglioramento della qualità degli attivi.

L'agenzia di rating ha rivisto inoltre la sua valutazione del settore bancario italiano (Bank Industry Country Risk Assessment) dal gruppo 2 al gruppo 3 su una scala da 1 a 10, dove 1 è il livello più elevato.

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