Cividate, la Cisl denuncia azienda
«Evasione fiscale e diritti violati»

La Femca Cisl di Bergamo ha denunciato un'azienda di Cividate per una serie di «incredibili irregolarità» nell'assunzione e licenziamento dei dipendenti, nei contributi e nella registrazione della stessa ditta.

«Una storia che si fa fatica a credere di poterla ambientare nella ricca e evoluta Bergamo, provincia della Lombardia terra dei diritti e del lavoro tutelato. Invece - scrive la Cisl di Bergamo - da anni un'azienda di Cividate al Piano, con una dependance anche Mornico al Serio, si comportava con estrema disinvoltura nell'assunzione e nel licenziamento di decine di dipendenti, quasi tutte donne, nella gestione contabile dei contributi e delle spettanze, anche nella registrazione della propria azienda, che figura artigiana ma che ha a libro paga più di 70 dipendenti».

«La storia - prosegue la Cisl - è emersa qualche tempo fa, quando alla sede della Cisl si sono rivolte alcune dipendenti licenziate dalla ditta, alcune anche se in maternità, al momento della chiusura dell'attività.

«In quell'occasione – racconta Cristian Verdi, della Femca Cisl – abbiamo scoperto che nell'azienda si seguivano allegramente pratiche poco ortodosse, e che la cosa andava avanti da qualche anno. I dipendenti venivano assunti e licenziati senza fare ricorso alle procedure corrette, negando così a ognuno il diritto alla mobilità, ma anche le spettanze economiche dovute per TFR e ferie, ad esempio.

La prassi prevedeva che l'azienda chiudesse licenziando singolarmente ogni lavoratore e riapriva riassumendo a volte le stesse persone, ma creando buchi contributivi e di TFR oggi anche difficili da ricostruire. Qualcuno parla anche di lavoratori in nero, soprattutto extracomunitari. Anche adesso il titolare ha riaperto un'attività riassumendo una trentina di persone, alcune provenienti dalla vecchia ditta. Anche per questo riesce difficile convincere tutti i dipendenti ad aprire una vertenza».

La Femca ha comunque fatto partire una denuncia che ha raggiunto il Ministero del Lavoro, l'Inps e il Centro per l'Impiego.

Dal Ministero hanno risposto che, nella vicenda, «si rilevano possibili lesioni dei diritti individuali meglio tutelabili e possibili evasioni contributive», per cui l'indagine proseguirà.

«Da parte nostra – continua Verdi – andremo avanti con la vertenza che abbiamo aperto per 15 ex lavoratrici, cercando di capire come gli altri dipendenti vorranno comportarsi. Da tempo inoltre chiediamo un incontro con il titolare. Lui continua a negarsi e i suoi collaboratori non trovano di meglio che insultare i sindacalisti che chiedono l'apertura delle procedure corrette di ammortizzatori sociali».

Intanto l'Ufficio Vertenze della Cisl di Bergamo ha predisposto numerose ingiunzioni di pagamento tramite il tribunale di Bergamo per il recupero dei crediti dei lavoratori.

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