Galbani, assemblee a Caravaggio
Non sono previsti altri esuberi

Lactalis continuerà a produrre nello stabilimento Galbani di Caravaggio gli altri prodotti: la chiusura, annunciata nei giorni scorsi, riguarderà solo la produzione del Philadelphia. La conferma ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai lavoratori, 300 in tutto.

Lactalis continuerà a produrre nello stabilimento Galbani di Caravaggio gli altri prodotti: la chiusura, annunciata nei giorni scorsi, riguarderà solo la produzione del Philadelphia. La conferma ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai lavoratori, 300 in tutto.

Gli esuberi quindi dovrebbero essere limitati a 58: i lavoratori nella giornata di giovedì si sono riuniti in una serie di assemblee e hanno discusso della situazione. Due appuntamenti, dalle 9 alle 10 e dalle 13 alle 14, più un ultimo incontro nella serata dalle 22 alle 23.

La ripersa del confronto con il gruppo Lactalis è in calendario per il 18 novembre, in Assolombarda a Milano. «Ci stiamo preparando per quella data, e lo facciamo forti del mandato che è arrivato in queste ore dalle assemblee» spiega Stefano Previtali, segretario generale provinciale della Flai-Cgil.

«Abbiamo registrato - dice Previtali - un sollievo da parte dei lavoratori per la conferma che Lactalis continuerà a produrre nel sito di Caravaggio gli altri prodotti. Prendiamo atto della proposta dell'azienda di gestire il piano sociale degli esuberi con le modalità usate in passato, cioè attraverso soluzioni condivise e mai traumatiche. Vista la crisi economica in corso, le diverse misure che il Governo ha attuato negli ultimi mesi e l'eventuale, imminente ed ulteriore riforma delle pensioni, in assemblea sono state chieste maggiori garanzie: ecco perché nel confronto con il gruppo, in cima all'ordine del giorno della discussione, per noi ci sarà la richiesta di inserire nell'accordo clausole di salvaguardia dei lavoratori da accompagnare alla pensione. Nel caso in cui le regole del sistema pensionistico italiano dovessero di nuovo cambiare, quello che vogliamo evitare è che ricapitino situazioni di persone senza mobilità, senza lavoro e per giunta senza pensione».

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