Bergamo, fallimenti 2011
Un bis di record negativo

Un bis. I fallimenti bergamaschi hanno chiuso il 2011 replicando, né più né meno, il record negativo degli ultimi quindici anni (e ora sedici) già toccato nel 2010. La cancelleria fallimentare del Tribunale ha registrato l'ammissione di 281 aziende.

Un bis. I fallimenti bergamaschi hanno chiuso il 2011 replicando, né più né meno, il record negativo degli ultimi quindici anni (e ora sedici) già toccato nel 2010. La cancelleria fallimentare del Tribunale di Bergamo a fine anno ha registrato l'ammissione di 281 aziende, divise quasi equamente sui due semestri: 140 nel primo e 141 casi nel secondo.

A trainare il 2011 verso l'apice della classifica è stato il mese di dicembre appena conclusosi. I 28 fallimenti dichiarati negli ultimi 31 giorni dell'anno (in pratica poco più di uno al giorno se si tolgono i giorni «festivi») hanno infatti contribuito a soffiare sul fuoco spingendo non solo il numero complessivo delle procedure dichiarate ma facendo balzare il quarto trimestre, quello tra ottobre e dicembre, al vertice assoluto dell'anno con 76 procedure aperte.

Il nono peggior trimestre di sempre, dal 1991 a questa parte, alla pari con il quarto trimestre del 2009 e il primo del 1995. Anche se, a ben guardare , decisamente in contrazione rispetto al quarto trimestre del 2010 (peggior trimestre di sempre), che dodici mesi fa face segnare il record con ben 93 procedure aperte.

Se si analizza l'andamento del secondo semestre, le 141 procedure aperte nella seconda metà del 2011 rappresentano uno tra i risultati peggiori più significativi degli ultimi anni. In particolare, se si esclude il secondo semestre del 2010 che rappresenta il massimo storico tra i secondi semestri degli ultimi vent'anni (si registrò ben 151 fallimenti), i 141 fallimenti del periodo luglio-dicembre appena trascorsi lasciano alle loro spalle i 128 fallimenti che si registrarono nel secondo semestre del 1994.

Al di là degli aspetti prettamente statistici, il dato del 2011 fotografa una sostanziale stabilità del momento critico sul tessuto economico provinciale. L'aver confermato il dato negativo del precedente 2010, se da un lato, rafforza la sensazione di debolezza del ciclo economico che contraddistingue anche la nostra provincia, dall'altro non lascia presagire nulla di buono per il 2012 appena cominciato.

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