Costi del gasolio e tagli delle banche
L'autotrasporto è a rischio default

Autotrasporto bergamasco sul piede di guerra dopo i recenti aumenti del costo del gasolio da autotrasporto e la crisi che non fa sconti a un settore che in provincia conta quasi 2.500 aziende e diecimila dipendenti. Il rischio «default» è alto.

Autotrasporto bergamasco sul piede di guerra dopo i recenti aumenti del costo del gasolio da autotrasporto e la crisi che non fa sconti a un settore che in provincia conta quasi 2.500 aziende e diecimila dipendenti. Il rischio «default» per il comparto non è mai stato così alto: la denuncia arriva dalla Fai (Federazione autotrasportatori italiani) provinciale secondo la quale in Italia, se le cose continueranno a precipitare, «succederà come in Africa, dove le merci non partono se prima non è stato pagato il trasporto».

E per un Paese dove oltre l'80% delle merci viaggiano ancora su gomma, significherebbe un paradosso, ma forse anche l'inizio della fine. Colpa di una crisi che secondo la Fai «ha drammaticamente accorciato le distanze fra l'economia nazionale, una volta ricca, e quella dei Paesi più poveri, ma colpa anche, anzi soprattutto, di decisioni politiche che invece di far ripartire l'economia sembrano fare di tutto per affossarla».

La Fai si riferisce innanzitutto «agli aumenti del costo del gasolio da autotrasporto e al contemporaneo drastico taglio da parte delle banche degli affidi, così da togliere quel poco di “ossigeno” su cui molte aziende potevano contare per sopravvivere in attesa che dopo 60, 90, 120 giorni, arrivassero i pagamenti da parte della committenza». La previsione della federazione degli autotrasportatori non lascia margini all'ottimismo: «Entro pochi mesi centinaia se non migliaia di imprese di autotrasporto italiane non saranno più in grado di attendere i pagamenti e avranno solo due strada dinnanzi a se: o chiedere (e ottenere) il saldo anticipato alla committenza, o lasciare i tir, con i serbatoi vuoti e senza soldi per riempirli, con le merci rimaste nei magazzini».

Praticamente l'anticamera del fallimento. Proprio la Fai di Bergamo ha elaborato uno studio secondo il quale è realisticamente prevedibile che già entro la primavera prossima i tempi di pagamento del carburante ai distributori da parte delle imprese di autotrasporto possano scendere dai 60 giorni del 2011 (nel 2010 erano 75) a 30.

«Una situazione che metterebbe in ginocchio moltissime imprese, soprattutto fra le più piccole, che non potrebbero più attendere il pagamento della committenza a 60 o 90 giorni o più», denuncia il segretario provinciale Fai Doriano Bendotti. «E ad aggravare la situazione, già critica, c'è la riduzione degli affidi da parte delle banche, la cui politica di tagli non ha colpito solo le imprese di autotrasporto, ma anche i distributori di carburanti, innescando un processo a cascata che sembra inarrestabile».

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