Ubi, confermati i tagli:
ma i sindacati dicono «no»

Parte da posizioni lontane fra azienda e sindacati la trattativa sulla riorganizzazione del gruppo Ubi. La banca ha confermato il piano e i rappresentanti dei lavoratori hanno ribadito la loro contrarietà.

Parte da posizioni lontane fra azienda e sindacati la trattativa sulla riorganizzazione del gruppo Ubi. La banca ha confermato il piano e i rappresentanti dei lavoratori hanno ribadito la loro contrarietà.

Quello di venerdì è stato il primo incontro, dopo che il 28 agosto Ubi ha inviato alle controparti la nota informativa sulle «tensioni occupazionali» nel gruppo. Di fatto è stata una riunione di presentazione, durata quasi tre ore. Il confronto entrerà nel vivo al prossimo appuntamento, fissato per giovedì 20 settembre. Ma già ieri il sindacato ha definito «inaccettabile» il piano presentato.

Il gruppo punta ad avere a regime risparmi sul costo del personale per 115 milioni di euro, di cui almeno 70 da gennaio. Per raggiungere l'obiettivo, è prevista una riduzione pari a 1.578 posti di lavoro a tempo pieno, di cui 930 da realizzare entro fine anno, per completare tutto il piano entro la fine del 2013.

Al tavolo l'azienda ha confermato che si tratta di una riorganizzazione strutturale e gli strumenti utilizzabili sono l'accompagnamento alla pensione, anche con il fondo esuberi per chi matura i requisiti entro 5 anni, un maggiore ricorso al part-time, le deroghe al contratto nazionale e la revisione degli accordi aziendali, che vorrebbero dire in sostanza un alleggerimento della busta paga, e se questo non bastasse tutti gli strumenti consentiti dalla legge per tensioni occupazionali.

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