Honegger: il 31 ultimo tentativo
Pirovano e i sindacati da Ubi

«L'azienda getta la spugna, i lavoratori invece no» è il commento amaro di chi, per la Cgil, era all'incontro a mezzogiorno in via Tasso. Prima del confronto coi sindacati, il presidente della Provincia Pirovano ha incontrato i rappresentanti di Ubi Banca.

«L'azienda getta la spugna, i lavoratori invece no» è il commento amaro di chi, per la Cgil, era all'incontro di giovedì 25 ottobre a mezzogiorno in via Tasso. Prima del confronto coi sindacati, il presidente della Provincia Ettore Pirovano ha incontrato i rappresentanti di Ubi Banca e la proprietà di Honegger: dai primi sembra arrivare un'ipotetica disponibilità in merito agli affidamenti bancari da concedere alla newco Honegger srl, mentre una chiusura totale sembra arrivare dall'azienda.

Dall'incontro con Pietro Zambaiti è emerso, invece - continua il comunicato della Cgil - come l'azienda non abbia intenzione di proseguire l'attività produttiva per la mancanza delle condizioni necessarie: le banche non hanno reso operativi gli affidamenti promessi e tre istituti di credito del pool iniziale, cioè Monte Paschi di Siena, Bnl e Credito Valtellinese, si erano già sfilate da tempo. Le altre banche disponibili agli affidamenti, poi, non li hanno mai resi effettivamente disponibili in quanto esisteva un patto che vincolava la loro concessione ad un accordo fra tutte le banche.

«Una delle novità di oggi è che Ettore Pirovano si è incontrato con il presidente di UBI Banca Emilio Zanetti e con il direttore generale di Popolare di Bergamo, Giuseppe Masnaga - ha detto poco fa Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil di Bergamo, presente all'incontro -. Essi avrebbero dichiarato la loro disponibilità a unire gli intenti delle banche restanti per verificare la disponibilità a rendere operativi gli affidamenti concordati».

«Il fatto è - aggiunge Enio Cornelli della Filctem-Cgil - che per l'azienda questa eventuale disponibilità arriva troppo tardi, essendo stata costretta, per mancanza di liquidità, a cessare l'attività produttiva, a non confermare gli ordini in arrivo dai clienti e a non pagare i fornitori che, dunque, non stanno nemmeno più consegnando le materie prime».

«Insieme alla Provincia, abbiamo chiesto alla proprietà Zambaiti, assistita da Confindustria, di fare un ultimo tentativo, incontrando il presidente di Ubi, vista la disponibilità manifestata dall'istituto bancario - continua Bresciani -. Questa proposta è stata, però, rigettata dal rappresentante di Confindustria a nome della proprietà: a loro dire non ci sono più i margini per riprendere i negoziati con le banche».

«A questo punto il sindacato e la Provincia si sono assunti l'onere di presentarsi comunque all'incontro con Ubi per verificare se sia possibile una ripresa produttiva dell'azienda anche attraverso l'inserimento di una nuova gestione. Questo incontro si svolgerà entro mercoledì prossimo».

E proprio per mercoledì è prevista una manifestazione dei lavoratori: dai cancelli del cotonificio ad Albino, un corteo partirà alle ore 10. Arriverà fino all'auditorium comunale, in centro alla cittadina. Fino a quella data, il presidio davanti all'azienda continua. «Chiediamo questo ulteriore sforzo ai lavoratori che ne hanno già fatti tanti per questo stabilimento» conclude Cornelli.

Ricordiamo che nello storico cotonificio della media Valle Seriana venerdì scorso era stata consegnata ai dipendenti la lettera con cui l'azienda annunciava l'avvio della Cassa integrazione a zero ore da lunedì 22 ottobre e fino a data de definire per gli ultimi 110 lavoratori che ancora erano attivi nello stabilimento.

Alla lettera era seguita la proclamazione spontanea dello sciopero. Dei 358 lavoratori rimasti (erano 390 ad ottobre 2011 e circa 450 all'inizio della crisi nel 2008) circa 110 erano ancora al lavoro, mentre gli altri si trovano in Cassa integrazione straordinaria avviata dal 1° settembre di quest'anno (e prevista fino al 31 agosto 2013).

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