Reintegrato lavoratore licenziato
Ordinanza sulla Phoenix Verdello

Con tempi molto più rapidi rispetto al passato per l'entrata in vigore della nuova procedura prevista dalla legge 92/2012, un lavoratore licenziato dalla Phoenix International spa di Verdello è stato reintegrato dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Brescia.

Con tempi molto più rapidi rispetto al passato per l'entrata in vigore della nuova procedura prevista dalla legge 92/2012, un lavoratore licenziato dalla Phoenix International spa di Verdello è stato reintegrato dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Brescia, Maria Vittoria Azzollini, con un'ordinanza depositata il 17 dicembre scorso.

È uno dei primi casi di applicazione della nuova procedura prevista dalla riforma Fornero, che mirava proprio alla riduzione dei tempi. Il lavoratore, P.G., assistito dalla Fiom-Cgil di Bergamo, aveva impugnato il licenziamento depositando un ricorso l'8 ottobre scorso.

Il licenziamento era arrivato insieme a quello di altri 4 colleghi, cioè di tutti i lavoratori del reparto di sbavatura, da esternalizzare. Dal 1989 P.G. era stato dipendente della Tool Dies (azienda assorbita poi da Phoenix) con mansioni di fresatore e successivamente, dall'agosto 2004, aveva cominciato a lavorare per Phoenix.

Ora, il Giudice del Lavoro, nell'ordinanza di reintegro, ha spiegato che «la convenuta (Phoenix International spa) ha riconosciuto di non aver fatto alcuna comparazione nell'applicazione dei criteri di scelta in quanto semplicemente ha licenziato tutti i lavoratori addetti al reparto di sbavatura».

«(…) Negli anni dal 1989 al 2004 il ricorrente aveva svolto mansioni di fresatore presso la Tool Dies (…). Il ricorrente aveva quindi una specifica professionalità anche in tale ambito e aveva diritto alla valutazione della sua anzianità e del suo carico familiare anche in comparazione quanto meno con gli addetti a tale reparto. Poiché pacificamente non vi è stata alcuna comparazione il licenziamento deve essere ritenuti illegittimo».

Il Giudice ha dunque ordinato il reintegro, il pagamento al lavoratore di un'indennità pari a 5 mensilità dell'ultima retribuzione oltre alla rivalutazione e agli interessi” aggiunge Claudio Ravasio della Fiom-Cgil di Bergamo. «Così si chiude la vicenda avviata con la procedura di mobilità aperta dalla Direzione aziendale il 20 giugno e conclusasi senza accordo sindacale dopo diverse ore di sciopero da parte dei lavoratori. Il lavoratore si è rivolto alla Fiom-Cgil per rivendicare i propri diritti. Tramite il nostro servizio di tutela legale, assistito dall'avvocato Antonio Carbonelli, li ha visti difesi».

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