Tenaris, chiuso il piano industriale
Nuovi operai dalla scuola Dalmine

Con gennaio si chiude il piano industriale. E Tenaris Dalmine si costruisce in casa il domani, con una squadra di ventenni alle battute finali del percorso di formazione prima del possibile ingresso in azienda come apprendisti.

Con gennaio si chiude il piano industriale. E Tenaris Dalmine si costruisce in casa il domani, con una squadra di ventenni alle battute finali del percorso di formazione prima del possibile ingresso in azienda come apprendisti. Il bilancio finale della riorganizzazione, illustrato ai dipendenti, è di 678 uscite. Sono 63 in meno rispetto alle 741 previste dall'accordo di tre anni fa.

«La valutazione finale è positiva, innanzitutto per il modo con cui sono state realizzate le uscite, su base volontaria e con accompagnamento alla pensione. Questo fa parte del successo del piano», dice Paola Mazzoleni, 36 anni, da luglio direttore risorse umane del gruppo. L'utilizzo della cassa integrazione straordinaria è stato ridotto ai minimi: «Meno di un decimo di quanto chiesto», sottolinea Maurizio Sclavi, responsabile delle relazioni industriali, e questo grazie anche allo smaltimento delle ferie e a periodi di formazione. 

E per sostenere la perdita di professionalità, il gruppo siderurgico si è preparato al contraccolpo. La Dalmine non è digiuna di formazione interna. La Tenaris University opera in azienda dal 2005. Ed è partendo da queste basi che dall'estate scorsa è iniziato un piano straordinario di selezione e formazione di giovani diplomati: «Siamo partiti da 1.360 candidature», dice Mazzoleni sottolineando il lavoro fatto con le scuole, a partire dall'Itis Marconi di Dalmine, ma anche con il Paleocapa di Bergamo o il Betty Ambiveri di Presezzo.

Dopo una prima scrematura, si è arrivati a 208 persone, valutate una a una, e da queste ne sono state selezionate 85. Il profilo: età media 21 anni, diplomati con brevi esperienze di lavoro o freschi di studi, periti meccanici o elettronici per lo più o formati alle professionali. Fra settembre e ottobre sono partiti tre corsi intensivi: uno di mille ore, che dà un attestato spendibile anche all'Università, e due di 400 ore ciascuno. Ora i percorsi si stanno completando, e, spiega Mazzoleni, dopo le ultime valutazioni di questi giorni, se ci saranno tutte le condizioni, a febbraio inizieranno gli inserimenti. «Non saranno operatori generici. Saranno figure di un certo livello, con nozioni di meccanica, idraulica, elettrotecnica. I nostri impianti sono molto più sofisticati: è una conseguenza degli investimenti fatti», sottolinea Mazzoleni.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 31 gennaio

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