La concorrenza cinese
ha ucciso il Piumino Orobico

Ha provato a resistere con le unghie a questa crisi lacerante, ma poi anche il Piumino Orobico, caposaldo dell'artigianato tessile ad Ardesio, ha dovuto arrendersi. Giovedì è stato l'ultimo giorno per l'azienda fondata 26 anni fa da Ivo Fornoni.

Ha provato a resistere con le unghie a questa crisi lacerante, ma poi anche il Piumino Orobico, caposaldo dell'artigianato tessile ad Ardesio, ha dovuto arrendersi. Giovedì è stato l'ultimo giorno per l'azienda fondata 26 anni fa da Ivo Fornoni.

Negli anni d'oro era arrivata a confezionare anche 40 mila piumini l'anno, sia per vendita diretta sia conto terzi (tra i suoi clienti per qualche tempo anche l'esercito italiano che gli aveva commissionato centinaia di mimetiche invernali antipioggia).

Oltre ad erodere i guadagni, la crisi ha eroso l'organico dell'azienda seriana, che fino a qualche anno fa poteva contare per il laboratorio e il negozio su 10 dipendenti più i familiari, via via ridotti fino alle due unità di oggi.

«Chiudo perché sono stato abbandonato da tutti - spiega Fornoni -: nessuno mi ha aiutato, le banche non erogano più il credito e la politica ci ignora. Sono arrivati dei competitor cinesi che pur di vendere mettono in listino un capo anche solo 10-15 euro, un insulto per chi come noi ha sempre puntato sulla qualità».

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