«Perché rinunciare a 300€ al mese?»
Cisl pronta alla protesta sugli appalti

Sono già 30 persone, per lo più donne, che negli ultimi appalti del 2012 hanno perso qualcosa come il 50% del proprio stipendio. Altre 60 rischiano di «fare la stessa fine». La denuncia arriva dalla Cisl pronta ad un'azione di protesta con le lavoratrici.

Sono già 30 persone, per lo più donne, che negli ultimi appalti del 2012 hanno perso qualcosa come il 50% del proprio stipendio. Altre 60 rischiano di «fare la stessa fine». La denuncia arriva dalla Cisl che si sta occupando degli appalti del Comune di Bergamo per le pulizie e i servizi di uffici (comunali e giudiziari), biblioteche, musei e sportelli turistici. Ancora 88 lavoratori sono invece coinvolti nell'appalto dell'assistenza domiciliare, sempre nel capoluogo.

«Qualche centinaio sono in totale i dipendenti di cooperative o società diverse in balia degli appalti in strutture pubbliche (Asl e Ospedale i maggiori “datori”), che a ogni cambio ci perdono in stipendio - continua la Cisl -. La "sindrome" del massimo ribasso, infatti, sembra particolarmente difficile da estirpare».

Alberto Citerio, segretario generale della Fisascat Cisl, ha parlato dello scottante tema durante il congresso di categoria a Gorlago: «Nel settore pubblico c'è oggi un grosso problema di regole degli appalti. La riduzione delle risorse pubbliche e la spending review hanno spinto gli amministratori pubblici sempre più verso appalti giocati al massimo ribasso ben al di sotto dei costi orari contrattuali, senza contare che i tagli lineari delle risorse pubbliche hanno già visto la riduzione complessiva dei volumi con conseguente riduzione di ore per le lavoratrici interessate - ha detto Citerio -. Una via per ristabilire un sistema di regole in fase di costruzione degli appalti è stata tracciata con il protocollo firmato in Prefettura sui servizi socio-assistenziali. L'intervento prefettizio ed il ruolo della Direzione Territoriale del Lavoro paiono in grado di garantire con un vaglio preventivo dei documenti di gara la genuinità dell'appalto. È necessario ora estendere il protocollo ad altri settori. Ma le nostre amministrazioni nicchiano. Il Comune di Bergamo in primis».

Nel novembre scorso Fisascat ha denunciato pubblicamente il ricorso del Comune di Bergamo al massimo ribasso nell'appalto di pulizie degli uffici centrali del Comune, massimo ribasso che ha significato riduzione del 40-50% delle ore e del salario delle lavoratrici coinvolte. «Il sindaco di Bergamo ha dichiarato allora che era in preparazione un nuovo testo unico per gli appalti comunali che doveva eliminare il massimo ribasso come criterio di aggiudicazione - spiega la Cisl -. Da allora altre due gare sono state assegnate, al massimo ribasso ovviamente, ed il Comune capoluogo ha continuato a tagliare indiscriminatamente ore ed a prevedere ribassi inaccettabili. Del testo unico siamo ancora in attesa, nonostante i buoni propositi usciti dagli incontri. Il rispetto delle regole non può essere solo un vessillo da agitare al vento della propaganda ma deve essere una scelta consapevole di correttezza nella gestione delle risorse pubbliche».

«Anche sui servizi socio-assistenziali, come il Sad, nell'ultimo appalto aggiudicato a fine gennaio si è assistito a un taglio del monte ore che dalle iniziali 112.000 è sceso a 83.600, con una riduzione del tempo per il servizio di oltre il 25% - continua la Cisl -. Come se non bastasse, su tutto il territorio gli esempi di un criterio di appalto quantomeno ingiusto si moltiplicano: all'Ospedale le lavoratrici delle pulizie hanno un contratto da 5 euro "sporchi” all'ora e devono pagare 60 centesimi all'ora per il parcheggio». E poi «insieme al problema del parcheggio, sull'Ospedale vi è anche una preoccupazione sui posti di lavoro negli appalti, una situazione che i sindacati vogliono verificare rispetto agli impegni sottoscritti dal Gestore complessivo degli appalti, la Gesnob. All'Asl, il rinnovo del contratto ha portato a un taglio di circa il 40% dello stipendio delle lavoratrici. E parliamo di salari già poveri in partenza, e che da ora devono fare a meno di 300 € al mese di media».

Per tutti questi temi sul tavolo, la Fisascatè pronta a lanciare una importante iniziativa di protesta e di sensibilizzazione che vedrà riunite le lavoratrici dei principali appalti comunali sul tema delle regole che ancora mancano negli appalti del Comune di Bergamo, «lavoratrici che troppo spesso hanno subito le conseguenze di scelte sbagliate degli amministratori del Comune».

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