Inda Pagazzano, crisi profonda
A rischio almeno 100 lavoratori

Alla Inda di Pagazzano è crisi profonda. Anche nelle relazioni sindacali. La direzione ha annunciato, senza alcun preavviso, la ristrutturazione dello stabilimento bergamasco, leader nella costruzione di box doccia di alta gamma, che rischia di lasciare a piedi almeno 100 lavoratori.

Alla Inda di Pagazzano è crisi profonda. Anche nelle relazioni sindacali. La direzione ha annunciato, senza alcun preavviso, la ristrutturazione dello stabilimento bergamasco, leader nella costruzione di box doccia di alta gamma, che rischia di lasciare a piedi almeno 100 lavoratori.

L'idea del management, infatti, è quella di chiudere i reparti montaggio, officina e verniciatura, lasciando in provincia la sola vetreria, e traslocando a Verona, dove risiede la Samo, che ha acquisito l'azienda.

«Non abbiamo avuto nessuna risposta sul piano industriale – dicono Luciano Bartolomei, Femca Cisl, e Massimiliano Ratti, Filctem Cgil -, solo la  disponibilità a incontrarci il prossimo 4 aprile. Intanto siamo in attesa che venga accettata la domanda di concordato preventivo presentata dalla Inda, che almeno consentirebbe ai lavoratori di accedere a nuova cassa straordinaria, che invece scadrebbe il prossimo 29 aprile».

«Dopo mesi di trattativa con la Samo di Verona, concorrente di bassa fascia nel mercato dei box doccia, scopriamo che  stanno cercando di chiudere un'azienda florida, un'eccellenza a livello mondiale, solo per portarla fuori dal territorio bergamasco».

L'assemblea dei lavoratori ha subito deciso di indire una serie di scioperi di 8 ore ognuno. Il primo è previsto per mercoledì, con presidio dello stabilimento; i prossimi il 2, 3 e 4 aprile, quando ci sarà anche una manifestazione sotto la sede di Confindustria a Bergamo, dove si svolgerà l'incontro tra le parti. «Questi lavoratori devono pagare gli errori di scelte industriali non azzeccate», conclude il comunicato dei sindacati.

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