Creberg, l'utile del primo semestre
scende a 38,6 milioni di euro

Il Credito Bergamasco, gruppo Banco Popolare, ha chiuso il primo semestre 2009 con un utile netto pari a 38,6 milioni, in flessione del 62,6% rispetto ai 103,2 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente. I proventi operativi, si legge in una nota, sono scesi a 241,3 milioni, a fronte dei 302,5 milioni di un anno prima.

I dati principali della relazione approvata dal Cda
Raccolta diretta: 11.511,2 milioni (+0,4% rispetto al 30.6.2008)
Impieghi alla clientela: 11.154 milioni (-2,5% rispetto al 30.6.2008)
In aumento i saldi medi dei crediti concessi alle piccole imprese e alle famiglie
La modifica della metodologia di determinazione del fair value dei prestiti obbligazionari emessi dalla banca ha comportato un impatto negativo “una tantum” sul conto economico di 34,9 milioni
Proventi operativi ricorrenti: 277,9 milioni (-4,4% rispetto al 30.6.2008) (241,3 milioni il dato “civilistico”)
Utile netto ricorrente di periodo: 62,9 milioni (-32% rispetto al 30.6.2008) (38,6 milioni il dato “civilistico”)
Tier 1 capital ratio: 12,36%
Total capital ratio: 12,41%

Il futuro
Il conto economico del primo semestre, si legge nella nota, è stato influenzato – oltre che dall’integrale contabilizzazione nella frazione d’anno del rilevante importo negativo non ricorrente e “una tantum” connesso al cambiamento della metodologia di pricing dei prestiti obbligazionari emessi dalla banca e che potrà essere parzialmente compensato dalla rilevazione, nel corso dell’esercizio, di una significativa plusvalenza di natura immobiliare (circa 11,8 milioni al netto delle imposte) – da un ambito operativo caratterizzato dalla recessione dell’attività economica europea in generale, e di quella italiana in particolare.

Lo scenario macroeconomico atteso per i prossimi mesi mantiene rilevanti elementi di criticità; in tale periodo la banca intende perseguire gli obiettivi di: sviluppo della raccolta diretta, necessario per poter finanziare nella maniera ottimale i finanziamenti all’economia del territorio; espansione degli impieghi volta a sostenere le famiglie e le attività produttive – soprattutto delle piccole e medie imprese delle zone servite – espletando la tipica funzione anticiclica di banca del territorio; difesa dei margini reddituali; presidio della qualità del credito in un mercato che si prospetta ancora estremamente critico; fermo controllo dei costi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA