Lavoratori, presidio alla Dalmine
Il sindaco: massimo sostegno

Sciopero di otto ore e presidio all'esterno della portineria della fabbrica. I lavoratori della Tenaris Dalmine non intendono accettare passivamente il taglio di 836 posti (tra Dalmine e Costa Volpino) prospettato dall'azienda nel quadro del piano di riorganizzazione e venerdì mattina si sono fatti sentire.

Sono più di 200 i lavoratori che hanno manifestato, armati di bandiere dei sindacati, megafoni e striscioni. Su uno c'era scritto: «Ti spremono e poi ti buttano». Presenti i segretari generali provinciali di Cisl e Uil Ferdinando Piccinini e Marco Cicerone.

Tra i lavoratori c'è grande sorpresa e profonda delusione per la decisione dell'azienda: lo stupore deriva dal numero di posti a rischio in relazione al buon andamento della Tenaris e ai suoi utili, così almeno dicono i dati recenti. Ma lo sconcerto è unito anche alla determinazione di lottare per cancellare l'incubo dei tagli.

L'obiettivo minimo è ridurre al massimo i numeri dei posti a rischio. I lavoratori si sono successivamente trasferiti al municipio di Dalmine dove c'è stato un incontro con il sindaco Claudia Terzi. Il primo cittadino di Dalmine ha garantito il massimo sostegno, consapevole dell'importanza della posta in palio, e ha detto che coinvolgerà anche i sindaci dei paesi limitrofi, dove risiedono molti lavoratori della Teneris, per studiare insieme a loro le strategie più idonee ed efficaci per aiutare gli operai nella loro difficile lotta.

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