La Clinica Castelli «anticipa»
il contratto a 130 dipendenti

La Clinica Castelli di Bergamo ha anticipato il contratto nazionale e, in accordo con la Rsu aziendale, ha firmato il pre-contratto nazionale. L'obiettivo - si legge in un comunicato - è stato raggiunto grazie al fatto che i rapporti tra la clinica e i suoi dipendenti è sempre stata improntata al rispetto reciproco: fatto questo che ha consentito di affrontare e superare momenti particolarmente difficili.

I 46 mesi di ritardo nel rinnovo contrattuale del personale non medico, scaduto il 31 dicembre 2005, rischiano di dilatarsi ancora, guardando allo stato della negoziazione: questo, in un momento in cui la crisi economica fa sentire pesantemente i suoi effetti, aggrava la situazione dei lavoratori e delle loro famiglie.

Lavoratori che peraltro - sottolinea una nota dell'azienda - hanno sempre garantito la qualità dei servizi e dell'assistenza. La situazione stava diventando insostenibile e, nel rispetto della dignità dei dipendenti, delle regole e dell'autonomia aziendale - come spiegano i responsabili della Clinica Castelli - la scelta di sottoscrivere in sede aziendale il pre-contratto nazionale è sembrata la soluzione più opportuna.

Il pre-contratto sottoscritto interessa circa 130 lavoratori e comporta l'immediata applicazione della proposta di rinnovo economico per il biennio 2006-2007 presentata dalle rappresentanze sindacali a livello nazionale, salvo conguaglio successivo in sede di sigla del contratto nazionale, e maggiori acconti sul biennio 2008-2009 rispetto a quelli già concordati in sede aziendale.

Andrea Moltrasio, presidente della Clinica Castelli, spiega così le ragioni che hanno potato alla firma del pre-contratto nazionale: «Il clima di grande collaborazione che da sempre caratterizza i rapporti con e tra i lavoratori della clinica, non ci permetteva di attendere ulteriormente, anche considerati i 46 mesi di ritardo che pesano sul rinnovo del contratto nazionale. Con la firma del pre-contratto nazionale in sede aziendale, abbiamo posto fine a questa attesa, rispondendo a un'esigenza reale del nostro personale non medico».

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