Bergamo ha fame di giovani leve
Il corso di moda è al rush finale

Ha aperto tre anni fa e questo giugno i primi 20 ragazzi usciranno dal corso pronti per le aziende del territorio: modelliste e camiciai, giovani mani laboriose per nuovi progetti su cartamodelli e tessuti. Si chiama, e non poteva che essere altrimenti, «Perfect».

Ha aperto tre anni fa e questo giugno i primi 20 ragazzi usciranno dal corso pronti per le aziende del territorio: modelliste e camiciai, giovani mani laboriose per nuovi progetti su cartamodelli e tessuti. Si chiama, e non poteva che essere altrimenti, «Perfect» ed è il corso di operatore d’abbigliamento promosso dalla Provincia di Bergamo all’interno dell’Abf di via Gleno. A dare un contributo per la sua realizzazione e il suo avvio è stata Confindustria, che ha creduto fermamente nello sviluppo di un progetto formativo sul territorio: «È necessario al territorio stesso, per riportare a casa competenze antiche che si stanno perdendo – spiega Guido Venturini, direttore generale di Confindustria Bergamo -, dando forza alla nostra filiera, e creando delle figure professionali necessarie e di grande sviluppo per la nostra provincia». Un modello di successo, secondo Venturini, che sarà replicato: «Per altri mestieri e per un territorio, quello bergamasco, ricco di artigianalità e manualità, che deve saper ritrovare la ricchezza di attività passate ma ancora ricercatissimi e quindi molto preziose».

A contribuire al progetto – con macchinari e fondi - anche alcune aziende del territorio come il Maglificio Santini, Perofil, la Camiceria Maffeis; Confezioni Simmy e il Laboratorio del Carmine. In particolare proprio quest’ultima attività di Zogno ha dato un supporto molto forte, con il suo titolare, Paolo Ruch, che ancora oggi fa da capo progetto del corso, che a settembre ripartirà con una nuova prima classe (per info www.abf.eu): «Gli iscritti non sono molti, manca l’informazione tra i ragazzi che conoscono poco questo corso in ambito moda. Le iscrizioni sono però ancora aperte», sottolinea. Perchè di camiciai e di modelliste ce n’è bisogno sul territorio: «Abbiamo preso ispirazione dalla scuola del legno di Tino Sana e praticamente tutti coloro che escono quest’anno dal corso sono ambìti dal mercato: c’è altissima domanda di persone qualificate e con abilità effettive nel settore». Cosa che la scuola, frequentata per lo più da ragazze, tiene ben in considerazione: «Il 90% degli alunni, terminato il corso, va a lavorare, ma ci sono anche ragazzi che puntano a mettersi in proprio – continua Ruch -. Se ci si pensa anche molti grandi nomi della moda italiana sono nati così, spingendo sulla creatività ma con basi tecniche ben sviluppate».

E questi ragazzi scoprono il mondo delle aziende con gli stage che frequentano durante il corso e con il supporto di un tutor che li segue anno dopo anno, Silvio Manara: «Da queste aziende vengono anche opzionati, per un probabile assunzione a fine delle lezioni», spiega Ruch, che sottolinea: «I ragazzi devono capire che il tessile è l’espressione del made in Italy e sul territorio ci sono decine di eccellenze nel mondo dell’abbigliamento che aspettano persone abili e formate. Anche dal punto di vista tecnologico: dalla capacità di realizzare cartamodelli all’uso di programmi Cad, per essere innovativi e al passo con i tempi». Per passare dal disegno su foglio al modello su computer fino al prodotto finito pronto ad andare sul mercato. «È la forza mercato – conclude Ruch –: ce l’hanno anche questi ragazzi, proprio ora, in questo periodo così duro per l’economia, che però chiede a gran voce competenze tecniche, abilità manuali e voglia di mettersi in gioco, fin da giovani».

Fabiana Tinaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA