«Bergamo riparta dai giovani
e colga la sfida dell’Expo»

Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi e vice presidente di Confindustria, a tutto campo su strategie politiche dell’Europa, crisi economica e sfide per il territorio.

Due carte da giocare: investimenti e giovani. E un augurio a Bergamo perché sappia cogliere la sfida culturale di Expo. Sono alcuni dei temi che Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi e vice presidente di Confindustria, tocca nell’intervista di fine anno. Un 2014 intenso per il gruppo di via Camozzi, l’anno del 150° di fondazione.

Un’intervista a tutto campo, cominciando dalla crisi, che Pesenti definisce etica e di valori: «È un tema culturale. È mancata una visione, la capacità di trasmettere un’idea di Paese. Ne usciamo educando le nuove generazioni pensando a lungo termine, ai prossimi vent’anni. Non rubare, pagare l’Iva, rifiutare la corruzione sono regole base così come assumersi le proprie responsabilità e fare bene il proprio lavoro. Non c’è Jobs Act che possa far lavorare bene chi non ha voglia di farlo. Ci sono valori di una società civile, come il rispetto e un senso del dovere e del lavoro più forte, che vanno difesi e rinvigoriti».

Ma per il 2015 c’è qualche spiraglio: «Potremo vedere qualche segnale positivo, grazie anche a situazioni favorevoli, come il calo del prezzo del petrolio e il ridimensionamento dell’euro. Ci sono poi due variabili importanti: la riforma del lavoro che potrebbe dare una fiammata e l’Expo. Se saremo bravi a gestire questo evento, avremo 20 milioni di persone alle quali potremo “vendere” il nostro Paese».

E la sfida riguarda anche Bergamo: «Anche qui ci sono generazioni nuove. L’augurio è questo: nel 2015 non pensate ad altro che Expo. Bisogna riuscire a portare qui il 20% delle persone che andranno a Milano e aprire le porte della città. Arriveranno in aeroporto: mettiamo una rete in autostrada, fermiamoli e portiamoli prima qui... Scherzi a parte, è per dire che questa è un’occasione straordinaria non solo economica, ma di apertura culturale e sociale per la nostra terra».

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