Cisl: via la tassa sulla prima casa
A Bergamo raccolte quasi 10.000 firme

Una legge di iniziativa popolare per togliere tutte le imposizioni fiscali sulla prima casa e per tassare i grandi patrimoni. È l’idea della Cisl, che si appresta a proporla al Parlamento

«In Italia si tassa in maniera eccessiva il lavoro e l’impresa, poco il patrimonio ed i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente- sottolinea infatti la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan -. Si deve conciliare la giusta esigenza di esentare solo la prima casa da tutte le imposte, tassando progressivamente i grandi patrimoni, in base alla effettiva rendita catastale al di sopra dei 500 mila euro, e anche le rendite finanziarie, escludendo, naturalmente, i titoli di Stato», aggiunge la Furlan.

Questo è il cuore della proposta di legge di iniziativa popolare che la Cisl presenterà il due settembre alla Camera, dopo aver raccolto migliaia di firme in tutta Italia. Alla raccolta ha partecipato anche la Cisl di Bergamo, che con una serie di iniziative sul territorio e l’apertura di sportelli appositi in alcuni uffici ha portato diecimila persona a firmare la proposta cislina.

«È stata anche l’occasione – dice Francesco Corna, segretario organizzativo di CISL Bergamo, che ha “guidato” la campagna bergamasca della raccolta - per incontrare molti iscritti e tanti cittadini, che hanno comunque mostrato interesse per le nostre proposte. La nostra presenza radicata sul territorio e l’impegno di nostri tanti volontari ci hanno permesso di conseguire un buon risultato».

«L’obiettivo del sindacato – continua Corna - è quello di estendere il bonus fiscale di mille euro all’anno anche ai pensionati, ai lavoratori autonomi ed ai giovani, nella consapevolezza che le parti sociali devono dare un contributo alla ripresa dell’economia, dell’occupazione e dei consumi, rilanciando il ruolo negoziale e di sintesi del sindacato. Cambiare il sistema contrattuale è oggi una priorità: conservare un ruolo importante di garanzia e di copertura generale al livello nazionale, per assicurare le giuste tutele ai lavoratori e la salvaguardia del potere d’acquisto, ma incentivare e promuovere la contrattazione di secondo livello. Questa deve diventare la sfida di tutto il sindacato».

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