Come combattere l’inquinamento?
C’è la nano-spugna bergamasca

Nella categoria «Clean Tech», la start up orobica si è aggiudicata la prima posizione grazie appunto all’innovativo progetto della nano-spugna per trattamento e recupero di acque industriali.

Un brevetto che desta grande interesse nell’industria e sta raccogliendo consensi e riconoscimenti: è quello della nano-spugna «mangia inquinamento», messo a punto dalla bergamasca Captive Systems che ha ricevuto il premio UnicreditLab, rivolto alle aziende italiane più innovative. Nella categoria «Clean Tech», la start up orobica si è aggiudicata la prima posizione grazie appunto all’innovativo progetto della nano-spugna per trattamento e recupero di acque industriali.

«È un riconoscimento che ci gratifica e conferma la bontà del nostro brevetto che sta attirando l’attenzione di grandi gruppi - spiega Gianni Franzosi, imprenditore originario di Mozzanica, fondatore e attuale a.d. di Captive Systems -: la nostra è un’azienda nata nel 2016 come spin off del Politecnico di Milano. Ha sede legale a Bergamo in via Pascoli, con laboratori nell’area milanese. Siamo ancora piccoli, contando attualmente 7 dipendenti e poco più di 300 mila euro di fatturato annuo, ma l’idea di questa nano-spugna, composta da materiali ecocompatibili, potrà farci crescere rapidamente. Entro pochi anni contiamo di aumentare considerevolmente il fatturato, facendo lievitare anche il nostro organico». In pratica la spugna, una volta immersa in acque industriali, è in grado di assorbire tutti gli inquinanti, rendendo il prodotto nuovamente riutilizzabile. Tornando al premio, erano oltre 600 le candidature di start up e Pmi innovative presentate quest’anno a Unicredit e pervenute al termine di un road-show che ha toccato 14 tappe in tutta Italia. La Lombardia, con oltre un quarto delle start up iscritte, si conferma anche quest’anno la regione più prolifica.

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