Crisi, si consuma meno carne
Ma gli allevatori non mollano

La crisi del mercato, l’estate piovosa che rallenta i tagli di foraggio e negli ultimi giorni la questione dell’embargo della Russia al settore lattiero caseario, che potrebbe far traballare i già risicati prezzi del latte alla stalla.

La crisi del mercato, l’estate piovosa che rallenta i tagli di foraggio e negli ultimi giorni la questione dell’embargo della Russia al settore lattiero caseario, che potrebbe far traballare i già risicati prezzi del latte alla stalla.

Visto così, il quadro del mercato del bestiame appare veramente fosco e senza speranza, come l’umore che in parte serpeggia sotto i tendoni della Fiera di Sant’Alessandro, che si conclude oggi negli spazi di via Lunga (apertura 9-19), disturbando il sonno dei proprietari, un po’ meno quello dei circa 400 capi presenti quest’anno.

«La situazione è brutta e la gente, avendo pochi soldi, compra meno carne, perciò anche per noi si è fermato il mercato - commenta Oliviero Mangili, dell’omonima azienda di Paladina e Sombreno -. Noi siamo una famiglia con 50 anni di attività alle spalle e per combattere la crisi rimaniamo uniti, lavoriamo tante ore senza risparmiarci. Anche quest’anno ho portato in fiera le mie bestie migliori: chianine, maremmana, un toro limousine di 10 quintali, le piemontesi e le blu belga».

Qualcuno è anche più drastico: «Siamo a zero, sotto zero - secondo Vittorio Midali, di Branzi, azienda che commercia bestiame -. Sono 40 anni che lavoro nel settore del bestiame e vedo come sta diminuendo. Ci sono paesi delle nostre valli in cui non ci sono più animali».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 7 settembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA