Crolla il mercato del lavoro a Bergamo
Più a rischio donne e giovani - I dati

Le nuove assunzioni lo scorso maggio nella provincia di Bergamo sono state 7.162, (-41,7% su maggio 2019 dopo il crollo del -68,2% registrato ad aprile) e le cessazioni 7.972, in calo tendenziale del 26%. Ne risulta un saldo negativo mensile di -810 posizioni lavorative(contro il +1.527di maggio 2019), in relativo miglioramento sul risultato pesantemente negativo del mese precedente(ad aprile 2020 era a quota -3.164). I dati forniti da via Tasso.

L’Osservatorio del territorio e del lavoro della Provincia di Bergamo ha pubblicato i dati delle comunicazioni di assunzione e cessazione dei rapporti di lavoro aggiornati al mese di maggio. Nel primo trimestre, compreso tra marzo e maggio, dell’emergenza Covid-19 si approfondisce la caduta delle posizioni di lavoro dipendente in provincia di Bergamo, dovuta allo stop delle nuove assunzioni e al mancato rinnovo dei contratti temporanei.

Il mese di maggio, con la graduale riapertura delle attività soggette a lockdown, segna un’attenuazione, relativamente al mese precedente, del calo occupazionale che resta marcatamente negativo negli ultimi tre (-6.685 posizioni) e dodici mesi (-7.283).

Nel corso del mese di maggio si ha un primo graduale riassorbimento dell’ effetto lockdown. Le nuove assunzioni a maggio 2020 sono state 7.162, ( -41,7% su maggio 2019 dopo il crollo del -68,2% registrato ad aprile) e le cessazioni 7.972 in calo tendenziale del 26%. Ne risulta un saldo negativo mensile di -810 posizioni lavorative (contro il +1.527 di maggio 2019), in relativo miglioramento sul risultato pesantemente negativo del mese precedente (ad aprile 2020 era a quota -3.164). Il crollo delle assunzioni e il saldo negativo dei movimenti riguardano l’industria e il commercio e servizi, ma non l’agricoltura (+413 nel trimestre non lontano dal risultato del 2019) e, almeno nel mese di maggio, non le costruzioni che segnano un aumento tendenziale delle assunzioni (1.326 contro le 1.188 di maggio 2019) e un saldo positivo (+486) tra ingressi e uscite, non sufficiente a rovesciare il segno negativo (-420) dell’intero trimestre.

Sono ancora negativi i saldi nel trimestre marzo-maggio 2020 di industria (-2.184) e commercio e servizi (-4.494, di cui -1.706 in bar, ristoranti, alberghi, -850 nel commercio, -884 nei servizi alle imprese, -1.054 negli altri servizi) ma con il dato mensile di maggio in relativo miglioramento in entrambi i settori rispetto all’aprile 2020. Il saldo degli ultimi dodici mesi riesce a mantenersi in territorio positivo nell’edilizia (+693), così come nell’agricoltura (+177), a differenza dell’industria (-3.476) e del commercio e servizi (-4.675). Si conferma la netta flessione delle assunzioni qualificate nel commercio e servizi (-60,2% sul periodo marzo-maggio 2019), ma anche nelle professioni esecutive e impiegatizie e in quelle di elevata specializzazione.

Le cessazioni diminuiscono relativamente meno nelle professioni non qualificate. La composizione di avviamenti e cessazioni per caratteristiche personali (genere, nazionalità, età) rispecchia il più alto rischio di precarietà o la specifica concentrazione in settori più esposti al lockdown delle donne, dei giovani e degli stranieri. La componente femminile registra un calo più accentuato di quella maschile nelle nuove assunzioni (-49,7% contro -44,6%) e una minore riduzione delle cessazioni (-16,2% contro -22,3%). Lo stop delle nuove assunzioni, in specifico per i contratti di apprendistato e a tempo determinato, penalizza per definizione la componente giovanile: al di sotto dei 30 anni il calo tendenziale è del 54,2%, via via minore nelle classi di età più anziane.

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