Fondi europei per le imprese agricole, Confagricoltura: «Solo sette hanno fatto domanda, troppo poche»

Pnrr/2. Una montagna di soldi, un’iniezione di liquidità nel settore dell’agricoltura mai vista prima ma che fatica a essere intercettata.

Una montagna di soldi, un’iniezione di liquidità nel settore dell’agricoltura mai vista prima, ma che fatica ancora ad essere intercettata. Tra le sue diverse articolazioni, il Pnrr ha stanziato a beneficio dell’intero comparto agricolo 6,8 miliardi di euro. Tre i filoni individuati, che corrispondono ad altrettante aree d’intervento: l’economia circolare e l’agricoltura sostenibile, i contratti di filiera e di distretto, e la tutela del territorio e della risorsa idrica.

Due miliardi serviranno per lo sviluppo delle produzioni e delle tecnologie inerenti il biogas e il biometano, 800 milioni saranno destinati allo sviluppo della logistica dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura e florovivaismo, con interventi che puntano a diminuire l’impatto ambientale dei trasporti e a migliorare la capacità di stoccaggio e trasformazione dei prodotti. Una somma di 1,5 miliardi di euro sarà erogata per incentivare l’installazione di pannelli fotovoltaici. E ancora: 1,2 miliardi di euro serviranno a finanziare i contratti di filiera, 500 milioni per l’ammodernamento delle macchine agricole, e altri 880 milioni di euro saranno utilizzati per incrementare la resilienza dei sistemi irrigui e potenziarne l’efficienza.

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Rafforzare il settore agricolo, rendendolo più competitivo, capace di adattarsi ai cambiamenti climatici e sostenibile; sono questi gli obiettivi prioritari del Piano, che si propone anche – attraverso i suoi finanziamenti – di delineare gli indirizzi strategici per gli strumenti rivolti alla transizione ecologica e digitale, individuare le risorse a integrazione della Politica Agricola Comunitaria (Pac), potenziare imprese e filiere e sistemi di tracciabilità e trasparenza sull’origine degli alimenti, tutelare le risorse non rinnovabili e sviluppare le agroenergie, lottare contro il dissesto idrogeologico, incentivare la sostenibilità integrale, aumentare le tutele per chi lavora in questo settore.

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Ad ogni «pilastro» corrispondono stanziamenti precisi a quali aziende, consorzi ed enti possono accedere attraverso bandi nazionali o regionali (a seconda di com’è stato pensato di distribuire le risorse). E qui la strada rischia però di farsi in salita, perché spesso le tempistiche sono strettissime, le richieste complesse e la reperibilità dei tecnici non sempre agevole. E così tante risorse sono ancora ferme al palo, poiché i bandi restano per buona parte all’asciutto, come quello che ha riguardato l’installazione degli impianti fotovoltaici, i cui finanziamenti sono stati sfruttati al momento solo per il 30% a livello nazionale. «Ci sono diverse motivazioni che hanno portato a un’adesione così bassa – spiega Francesco Tassetti, vicedirettore di Confagricoltura Bergamo –. Il bando è rimasto aperto solo un mese, sono procedure nuove e le aziende non hanno avuto il tempo di organizzarsi o di contattare i tecnici, molti dei quali impegnati con le ristrutturazioni al 110%». Confagricoltura Bergamo ha contato sette aziende della provincia che hanno fatto domanda per i pannelli fotovoltaici da posizionare su tetti e capannoni: «Sono poche – ammette Tassetti –, ma stiamo notando un interesse crescente rispetto al bando che riaprirà probabilmente tra giugno e luglio».

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