I contratti erano certificati
Riconosciuta la subordinazione

Il Tribunale del Lavoro di Bergamo riconosce rapporti di subordinazione là dove c'erano due contratti a progetto, pur certificati dalla Commissione di Certificazione istituita presso il Centro Sudi Internazionali e Comparati “Marco Biagi” a Modena.

Le ultime due sentenze in ordine di tempo sono arrivate a fine luglio, per la precisione il 26: in entrambi i casi il Tribunale del Lavoro di Bergamo riconosce rapporti di subordinazione là dove c'erano due contratti a progetto, pur certificati dalla Commissione di Certificazione istituita presso il Centro Sudi Internazionali e Comparati “Marco Biagi” a Modena.

Al capitolo dei contratti certificati ma ritenuti illegittimi dal giudice si aggiunge anche il caso della Aura Società Cooperativa di Pavia, che si occupa di distribuzione di medicinali in varie farmacie lombarde ed anche agli Ospedali Riuniti di Bergamo.

In totale l'Ufficio Vertenze CGIL di Bergamo ha impugnato 16 contratti. Le sentenze di luglio riguardano due lavoratori, W.F. e P.C, che rispettivamente avevano consegnato medicinali per Aura dal settembre 2007 all'agosto 2009 e, nel secondo caso, dal marzo 2006 al dicembre 2010. I ricorsi sono stati depositati nell'aprile del 2011. Il giudice Angela Corvi li ha accolti entrambi, qualificando i rapporti di lavoro di natura subordinata.

Le sentenze prevedono che Aura paghi fra i 17mila e i 18mila euro per colmare le differenze retributive a ciascun lavoratore, oltre a interessi e rivalutazioni.

«Alla luce della nuova riforma del lavoro, che pure qui non viene applicata, queste sentenze confermano che non può essere utilizzato personale a progetto per svolgere mansioni che coincidano con l'attività ordinaria dell'azienda stessa» spiega Carmelo Ilardo, responsabile dell'Ufficio Vertenze della Cgil di Bergamo. «Anche in questo caso, come in quello di Isonzo poi conclusosi in maniera positiva, abbiamo tentato di sederci al tavolo con Aura per raggiungere un accordo di stabilizzazione prima di arrivare davanti al giudice» continua Ilardo. «La cooperativa, però, ha rifiutato le nostre proposte insistendo sulla legittimità dei contratti stipulati e certificati. Dopo di allora abbiamo incassato tre sentenze favorevoli e una disponibilità a conciliare i contenziosi successivi».

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