Italcementi, in campo la Regione
Maroni chiederà un incontro ai tedeschi

Un confronto con HeidelbergCement: è ciò che intende avviare la Regione con il colosso tedesco che rileverà da Italmobiliare il 45% di Italcementi. L’obiettivo è spiegare le agevolazioni che offre la Lombardia investendo sul territorio.

La proposta verrà avanzata nella prossima giunta regionale, che si terrà il 16 novembre proprio a Bergamo.

La notizia è emersa durante un incontro per fare il punto sulla situazione di Italcementi tra quattro assessorati della Regione e i sindacati. Al tavolo erano presenti gli assessori Valentina Aprea (Lavoro) e Claudia Terzi (Ambiente), con i direttori generali degli assessorati allo Sviluppo economico e alla Ricerca; i consiglieri regionali Dario Violi (M5S) e Mario Barboni (Pd); i segretari regionali Ivan Comotti (Fillea-Cgil), Armando Busnelli (Filca-Cisl) e Giuseppe Mancin (Feneal-Uil) e i bergamaschi Luciana Fratus (Fillea) e Danilo Mazzola (Filca).

L’assessore Aprea ha parlato di un confronto «positivo». Sul fronte occupazionale «ci si muoverà con il ministero dello Sviluppo economico». «Il Mise deve ascoltarci, perché siamo la regione con più dipendenti Italcementi». Poi «informeremo il presidente Maroni della riunione per chiedergli di avviare un’interlocuzione con la società tedesca». Aprea sottolinea: «Vorremmo fare di Italcementi un nuovo caso Whirpool, tenendo la testa in Italia con il centro ricerca». Il riferimento è alla crisi occupazionale della Whirpool scongiurata nei mesi scorsi, nonostante inizialmente l’azienda americana avesse annunciato migliaia di esuberi. Da parte sua, l’assessore Terzi ha sostenuto che «l’attività di Italcementi si sposa perfettamente con la politica ambientale della Regione». Per fare un esempio, «la Lombardia anticipa già al 2016 gli edifici a impatto zero, che devono entrare in vigore nel 2019-2021».

La delegazione sindacale, invece, ha posto l’attenzione su tre aspetti nei quali l’intervento della Regione Lombardia può essere determinante: centro mondiale di gruppo presso l’Ilab a Bergamo; progetti di ricerca di nuovi prodotti con partenariato pubblico-privato sugli edifici energetici; valorizzazione dell’Italia come gestore dell’area mediterranea. Per i sindacati «in un’economia manifatturiera la Lombardia non può perdere le conoscenze, le competenze e la capacità di proposta costruita in diversi anni».

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