Italcementi, venerdì sciopero di 8 ore
La Provincia: partecipino anche i politici

I sindacati chiedono al governo di convocare al più presto un incontro con la nuova proprietà.

Non è accaduto durante un incontro, non è successo al termine di un confronto: solo attraverso un comunicato stampa HeidelbergCement ha annunciato a sindacati e lavoratori il pesante Piano di ristrutturazione di Italcementi che prevede il mantenimento degli impianti produttivi ma anche un esubero di 430 addetti nella sede di Bergamo. In risposta all’annuncio dei pesantissimi tagli (e anche alle irrispettose modalità con cui la notizia è stata diffusa) Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil di Bergamo insieme alle Rsu hanno appena deciso di proclamare uno sciopero di 8 ore per venerdì 8 aprile, giorno in cui è prevista l’assemblea degli azionisti di Italcementi.

Venerdì si terrà anche un presidio con volantinaggio davanti alla sede di via Madonna della Neve / via Camozzi dalle 7.00 del mattino in attesa dell’ingresso degli azionisti. «Arrogante nel metodo e nel merito, rigettiamo con forza il comportamento di HeidelbergCement, ma anche di Italcementi e di Italmobiliare» dicono oggi Luciana Fratus della Fillea Cgil di Bergamo, Danilo Mazzola di Filca Cisl e Giuseppe Mancin di Feneal-Uil di Bergamo, al ritorno dal presidio auto-organizzato dai lavoratori deciso in assemblea e svoltosi fino a poco fa fuori dalla sede, in centro a Bergamo. «Ecco perché per venerdì abbiamo proclamato uno sciopero di 8 ore. Giovedì, intanto, è stato fissato un incontro di approfondimento sulla sede centrale con la partecipazione delle Rsu delle Rsa e dei delegati del gruppo ristretto Cae con i dirigenti di Italcementi a Milano nella sede di Italmobiliare (ore 16): in quest’occasione chiederemo conto di quanto sta accadendo in queste ore».

Intanto, le segreterie nazionali di Feneal, Filca e Fillea scrivono di ritenere «scorretto il comportamento di HeidelbergCement ma anche del Gruppo Italcementi e di Italmobiliare perché:

- HeidelbergCement non si è presentata all’incontro previsto martedì con il Governo Italiano, che non lo ha mai annullato! È grave e irrispettoso nei confronti delle istituzioni che un’azienda ignori l’interlocuzione con il Governo di una nazione;

- HeidelbergCement ha assunto decisioni senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali e senza alcun confronto di merito con il Governo, presentando comunque un Piano di ristrutturazione non condiviso, tenendosi le mani libere nonostante il closing non sia concluso, con riflessi pesanti sul futuro di centinaia di famiglie. HeidelbergCement prova a rassicurare i lavoratori delle cementerie e dei centri di macinazione, dichiarando che darà seguito al Piano di riorganizzazione attuato da Italcementi. Sarà cosi? Noi abbiamo forti dubbi. Sin dall’inizio dell’operazione di vendita le organizzazioni sindacali avevano denunciato i rischi che questa operazione poteva comportare, ovvero l’acquisizione a livello globale di quote di mercato a scapito dell’occupazione italiana. Questa operazione, del tutto finanziaria, ha portato tanti soldi a Italmobiliare (Famiglia Pesenti), a sfavore dei dipendenti italiani. Infatti, non è stata inserita nel contratto di vendita alcuna clausola di salvaguardia per i lavoratori.

Fenea, Fillca e Fillea nazionali avevano avanzato proposte di merito per rilanciare Italcementi sia in Italia che nel mondo, peraltro condivise a suo tempo da Italcementi e dal Governo. Parole, parole, parole …fatti concreti …nessuno! Come si concilia la fase di transizione sino al 2020, quando gli ammortizzatori sociali termineranno a settembre 2017? Scatteranno i licenziamenti?».

Le Segreterie Nazionali di Feneal, Fillca e Fillea chiedono:

-al Governo italiano e al Ministero dello Sviluppo Economico, di convocare al più presto le organizzazioni sindacali e le Rsu del Gruppo Italcementi e fissare immediatamente un incontro con HeidelbergCement, al fine di rivedere il piano industriale fortemente penalizzante per la sede di Bergamo. Vanno riprese le proposte avanzate dai sindacati anche per individuare i necessari ammortizzatori sociali a sostegno di un’eventuale fase transitoria;

-ad HeidelbergCement che apra un confronto con le organizzazioni sindacali italiane;

-ad Italcementi il rispetto gli accordi sottoscritti in sede ministeriale, soprattutto in riferimento alla rotazione nei centri di macinazione. Le segreterie nazionali confermano lo stato di agitazione in atto e lo sciopero già programmato».

Sulla vicenda Italcementi è intervenuto anche il presidente della Provincia Matteo Rossi: «La volontà è quella di tenere compatto il fronte istituzionale e territoriale. Tutto il territorio oggi chiede con forza al Governo di svolgere un ruolo più forte per portare la nuova proprietà tedesca al tavolo delle trattative. Questa richiesta verrà formalizzata in un documento che già domani (giovedì 7 aprile) chiederemo di sottoscrivere a tutti i parlamentari e consiglieri regionali bergamaschi».

E Rossi prosegue: «Il metodo e il merito di quanto comunicato da Heidelberg è inaccettabile, uno schiaffo non solo alle organizzazioni sindacali, ma alle istituzioni nazionali e locali. Non si può comunicare a mezzo stampa il futuro di centinaia di persone. Continuiamo a pensare che il tessuto imprenditoriale e le professionalità del territorio bergamasco e dei dipendenti Italcementi rappresentino un vantaggio e non un ostacolo per i nuovi proprietari e siamo convinti che i numeri degli esuberi possano e debbano cambiare e diminuire».

«Da parte della Provincia ci sarà la massima disponibilità a mettere in campo le migliori politiche attive, alle quali inviteremo anche Italcementi a contribuire significativamente dal punto di vista economico in nome di un evidente principio di responsabilità sociale dell’azienda. Ma ora è il momento di tenere alta la pressione del territorio sul livello nazionale. Invito perciò i sindaci e i parlamentari a partecipare allo sciopero di venerdì e a sostenere in ogni modo la battaglia dei lavoratori».

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