«La ripresa è ormai consolidata»
Su l'industria, giù il commercio

Il ciclo economico in Bergamasca è in fase di assestamento. La produzione industriale è in crescita. I settori trainanti in provincia sono la meccanica, la siderurgia, la chimica e la gomma-plastica. Dati negativi invece nel commercio e nei servizi.

Il ciclo economico in provincia di Bergamo è in fase di assestamento. La produzione industriale è in crescita di 7 punti su base annua (simile il dato regionale: +7,5 per cento), a conferma di una ripresa ormai consolidata, ma la curva di breve periodo si appiattisce e rimane (-0,1 la variazione trimestrale contro il +0,5 per cento in Lombardia) sui valori di fine 2010.

E' quanto rileva il dossier della Camera di Commercio sulla congiuntura economica del primo trimestre 2011 a Bergamo, presentato oggi da Giovanni Paolo Malvestiti, Presidente della Camera di Commercio, Paolo Longoni dell'Ufficio Studi Camera di Commercio, Stefano Paleari, Rettore dell'Università.

«L'indice destagionalizzato - continua - resta ancora sotto quota 100 (a 99,3), ad una distanza di oltre 9 punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi dell'inizio del 2008. Più brillanti i risultati delle vendite. Il fatturato aumenta del 3,5% nel trimestre e del 10,9% nel confronto annuo. Le indicazioni che provengono dagli ordinativi delle imprese industriali sono contrastanti: mentre sono ancora in crescita (+3,6% la variazione trimestrale) gli ordini dall'estero – a conferma del peso determinante del commercio internazionale in questa fase della ripresa – gli ordini interni risultano in calo (-4,3%)».

I settori trainanti in provincia sono la meccanica, la siderurgia, la chimica e la gomma-plastica, mentre segnali di difficoltà vengono ancora dal tessile e dai comparti più vicini alla filiera delle costruzioni e dell'edilizia. E' stabilmente al di sopra della metà del campione industriale la quota delle imprese con ottimi risultati (superiori al +5% tendenziale) mentre all'incirca una impresa su cinque è ancora significativamente al di sotto (oltre il -5%) dei livelli produttivi di un anno fa. Anche nelle imprese più piccole, in particolare nell'artigianato manifatturiero, il risultato del primo trimestre 2011 è positivo: la produzione artigiana aumenta su base trimestrale del +1,1% e in ragione d'anno del +3,2%. Ma la risalita rispetto ai livelli pre-crisi è solo all'inizio. Nell'artigianato è presente una marcata polarizzazione: la quota delle imprese in forte recupero è poco sopra il 40% ma il 30% del campione segnala ancora altrettanto forti flessioni rispetto ad un anno fa. E tuttavia, anche tra gli artigiani, la maggioranza delle imprese è in fase di recupero.

La criticità più evidente della fase attuale riguarda il surriscaldamento dei prezzi delle materie prime e la forbice sempre ampia tra la loro dinamica e l'aggiustamento dei prezzi alla produzione dei prodotti finiti. Per l'industria, la variazione su base annua dei prezzi delle materie prime sfiora il 15% a fronte di un incremento del +4,8% dei prezzi dei prodotti finiti. L'accelerazione congiunturale delle quotazioni delle materie prime è massima per l'industria tessile ma incrementi notevoli si segnalano anche per la meccanica, la siderurgia e la gomma-plastica.

Per quanto riguarda l'occupazione, un segnale positivo – il primo da parecchio tempo – viene dall'industria: le assunzioni nel primo trimestre 2011 con un tasso del 2,08 superano le uscite (1,70). La variazione grezza a saldo è quindi positiva (+0,39), anche se al netto della stagionalità l'ultima oscillazione della curva sconfina in territorio negativo. Nell'artigianato manifatturiero gli addetti sono ancora in calo, di poco meno di un punto percentuale nel trimestre.

Cala anche l'utilizzo della Cassa integrazione: la quota delle ore effettivamente utilizzate nell'industria è scesa nel primo trimestre 2011 al 1,8% del monte ore totale e conferma un trend al ribasso non solo rispetto ai picchi (6,5%) raggiunti a metà 2009 ma anche ai valori in calo costante dei trimestri del 2010. Vi hanno fatto ricorso il 18,5% del campione delle industrie, una quota anch'essa in costante riduzione ma che resta tuttavia importante tra le imprese meccaniche (23,2%) e tessili (29,4%) Anche nell'artigianato manifatturiero si riduce l'incidenza delle ore utilizzate e delle imprese che vi hanno fatto ricorso.

Il commercio e i servizi
Nel commercio al dettaglio le vendite restano al di sotto dei livelli di un anno fa e in relativo peggioramento: a Bergamo il giro d'affari è del -2,6% su base annua, in Lombardia del -1,6%. La quota delle imprese che denuncia cali importanti delle vendite (oltre il -5%) si avvicina alla metà del campione provinciale. E' in peggioramento il giro d'affari nel settore alimentare tradizionale (-6,2% su base annua). Il commercio al dettaglio non alimentare che aveva manifestato segni di recupero a metà 2010 torna in flessione (-3,1%). Restano negative (-1,4%), anche se non qualche spunto di relativo miglioramento, le vendite del commercio non specializzato, assimilabile alla distribuzione moderna. Più contraddittorio e variabile il dato occupazionale: gli addetti del commercio sono in leggero aumento a Bergamo da due trimestri ma risultano in calo in Lombardia nel primo trimestre del 2011.

Nei servizi Bergamo è ancora in lieve calo (-1,2% le vendite su base tendenziale) mentre in Lombardia da circa un anno la variazione è pressoché nulla. A Bergamo sono ancora in riduzione i fatturati nelle costruzioni, nel commercio all'ingrosso, nei servizi di ristorazione e turismo, nei servizi alle persone, negli altri servizi e nei servizi avanzati alle imprese.

Segno positivo invece nei trasporti e nei servizi di informatica e telecomunicazioni che stanno forse cogliendo un risveglio della domanda di servizi rimessa in moto dal ciclo della produzione. Anche nei servizi la dinamica occupazionale si muove in senso opposto, in calo a Bergamo, in lieve recupero in Lombardia. Le aspettative delle imprese manifatturiere. Le aspettative e quindi le previsioni delle imprese per il trimestre successivo sono state raccolte in un periodo di particolare tensione dello scenario internazionale (dopo il terremoto in Giappone e a ridosso delle rivolte in Nord Africa e nel mondo arabo), ma non segnalano un peggioramento del clima di fiducia.

Nell'industria le previsioni sulla domanda estera restano positive, più contenute quelle sulla domanda interna. Le aspettative sulla produzione restano anch'esse prevalentemente positive, e un moderato ottimismo riguarda anche l'evoluzione a breve dell'occupazione. Le piccole imprese dell'artigianato manifatturiero vedono invece una prevalenza di attese negative, salvo che per la domanda interna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA