Mercoledì 06 Giugno 2012
«No alle promozioni pre-saldi»
Confesercenti: controproducente

La norma prevedeva che l'operatore commerciale, al fine di promuovere la vendita di uno, più o tutti i prodotti potesse applicare sconti o ribassi sul prezzo normale di vendita, tranne che nei trenta giorni antecedenti la data dei saldi, cioè le vendite effettuate per favorire la rimozione dai magazzini della merce suscettibile di notevole deprezzamento. «Sospendere tale divieto rischia di svilire il potenziale dei saldi che a nostro avviso continuano a rappresentare una buona occasione commerciale per imprese e consumatori - prosegue Lumina -. Certamente sui saldi si è incorso in questi ultimi anni in un equivoco anche lessicale che ha portato a confonderli con le vendite promozionali: potevano forse considerarsi di “fine stagione” le vendite che iniziavano a luglio o a gennaio?».
La Fismo Confesercenti non nega che il settore abbia la necessità di riorganizzarsi: il prodotto finito arriva al consumatore caricato di troppi costi inutili, dunque occorre snellire la filiera. Ma sui saldi è necessario avviare una discussione non condizionata dalla situazione di emergenza. «I saldi hanno bisogno di recuperare appeal nei confronti dei consumatori ed efficacia dal punto di vista commerciale, anche alla luce dei nuovi trend di consumo. Dunque perché non pensare a un unico periodo nel corso dell'anno, magari al termine della stagione invernale, in cui concentrare le vendite finalizzate allo svuotamento dei magazzini?»
fa.tinaglia
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