Mercato del lavoro,
crollano le assunzioni: - 46%

Il mercato del lavoro fa registrare una forte battuta d'arresto per le assunzioni nel corso del primo trimestre di questo anno in Bergamasca: l'analisi della Cisl indica una diminuzione del 46%. Tuttavia - spiega un comunicato - la frenata del mercato del lavoro si è registrata anche per le cessazioni (-37%), contribuendo in tal modo a mantenere positivo, seppur di poco, il saldo tra avviamenti al lavoro e cessazioni di 900 unità.

Un dato certo non paragonabile con quello dello stesso periodo dell’anno precedente (- 88%), a crisi non ancora manifestata. Il calo della domanda ha colpito soprattutto: i lavoratori interinali (- 55%), quelli a tempo determinato (- 30%), gli extracomunitari (- 33%), cioè la componente più elastica del mercato del lavoro.

I lavoratori a tempo indeterminato (- 17%), e gli apprendisti sostanzialmente stabili hanno avuto un impatto meno negativo. I flussi di iscrizioni ai Cpi sono passati dal primo trimestre 2008 al primo trimestre di quest'anno (+ 62%), da 6.000 a 9.800 lavoratori ingolfando i servizi per l’impiego.

Gli iscritti alle liste di mobilità al 31 marzo 2009 erano 5.000. L’esplosione della cassa integrazione e la parziale redistribuzione del lavoro in forma solidaristica, sembrano per il momento mettere al riparo i livelli occupazionali dal rischio concreto dei licenziamenti.

In definitiva - secondo la Cisl - si potrebbe affermare che le imprese stanno affrontando la crisi con un temporaneo parcheggio forzato dei lavoratori in attesa che passi la bufera (calo degli ordinativi, meno consumi...).

Questo richiede - dice il sindacato - l’assoluta urgenza di mettere in campo interventi sul versante della riorganizzazione produttiva e soprattutto sul versante della qualificazione della rilevante forza lavoro coinvolta dagli ammortizzatori.

«Un’ulteriore fenomeno che non andrà sottovalutato - conclude il comunicato - è la dinamica del lavoro nero o irregolare: da alcuni segnali che ci giungono dal nostro ufficio vertenze può rappresentare una pericolosa scorciatoia sul versante della sicurezza e della qualità del lavoro. Questi dati pongono inoltre l’urgenza di un monitoraggio territoriale molto più rapido».

La Cisl ha proposto che l’osservatorio provinciale svolga un monitoraggio sulle ricadute occupazionali con cadenza mensile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA