Numeri record per l'assemblea
Per Ubi è un passaggio cruciale

Sono stati quasi 21.400 (quasi un quarto degli aventi diritto) i soci che si sono accreditati per partecipare all'assemblea di Ubi Banca in programma sabato prossimo nella sale della Fiera di Bergamo. Difficilmente, tuttavia, i presenti supereranno quota 8.000.

Sono stati quasi 21.400 (quasi un quarto degli aventi diritto) i soci che si sono accreditati per partecipare all'assemblea di Ubi Banca in programma sabato prossimo nella sale della Fiera di Bergamo. Difficilmente, tuttavia, i presenti supereranno quota 8.000 (molti dei destini assembleari passeranno attraverso la valanga di deleghe raccolte: ogni socio ne potrà portare fino a un massimo di tre).

Del resto è netta la sensazione che per la banca, ma soprattutto per Bergamo, questo appuntamento rappresenti un passaggio cruciale, una partita in cui ci si gioca molte delle chance future.

Si tratta di numeri record, che battono largamente quelli di tutte le edizioni precedenti. Per rendersene conto basta ricordare che l'anno scorso furono circa 6 mila le richieste, molte di più che nel 2010 e nel 2011, ma alla fine le presenze reali non raggiunsero quota tremila.

I voti saranno due: segreto quello per il consiglio di sorveglianza (con 50 postazioni a disposizione) e palese, per alzata di mano, per il via libera al dividendo.

Nel frattempo la Cgil tifa per un accordo tra Moltrasio e Resti. È convinta che Moltrasio, all'assemblea Ubi di sabato, abbia la vittoria in tasca («Ha già in mano 8 mila deleghe», dice il segretario provinciale Luigi Bresciani) ma spera che i posti di minoranza siano conquistati da Resti invece che da Jannone. «L'assemblea Ubi - spiega Bresciani - è uno degli eventi più importanti per Bergamo, eppure la politica non se ne occupa, mi sembra genuflessa nei confronti dei poteri forti. Nessuno dice nulla, dal sindaco al presidente della Provincia».

Bresciani ha comunque riconosciuto che «sia Moltrasio sia Resti rappresentano una novità, ma direi più il secondo. Ho stima per Moltrasio ma, certo, Resti è la grossa novità. Non avremmo avuto difficoltà a scegliere tra Moltrasio e Jannone, mentre di Resti apprezziamo alcune proposte, come quella di orientare meglio i finanziamenti a favore delle Pmi o quella di fissare un tetto ai compensi dei manager. Di Resti non ci convince, invece, la difesa di quella bergamaschità che non ha senso in un grande gruppo». La distanza da Jannone è, invece, notevole.

Da parte sua, il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, sottolinea che «per la prima volta ci sono tre liste. Viva la democrazia, vedremo chi vincerà. Nel gruppo c'è piena contendibilità: ci sono tre liste, ognuna della quali si dice convinta di vincere. Non ci si può tacciare di mancanza di democrazia».

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