Pesenti e la vendita ad Heidelberg
«Nel primo semestre del 2016»

«Confermo il primo semestre 2016 che dovrebbe il nostro obiettivo». Così ha risposto ai giornalisti Carlo Pesenti, ad di Italcementi quanto alla tempistica sul progetto di vendita della società italiana alla tedesca HeidelbergCement.

Parlando a un evento ad Expo, Pesenti ha aggiunto «i contatti con la commissione e le autorità preposte stanno avvenendo in queste settimane. Il mese di settembre è dedicato alla preparazione, poi ci sarà il filing e vedremo cosa chiederanno».

Alla domanda dei giornalisti sul suo ruolo futuro, Pesenti ha risposto «io entro nel Consiglio di sorveglianza di HeidelbergCement. Avrò un ruolo per certi versi ancora attivo, conosco bene il settore, l'industria, quindi darò il mio contributo». Pesenti ha poi risposto, alla domanda su cosa succederà negli impianti a Bergamo dal punto di vista operativo dopo il progetto di integrazione, «non glielo saprei dire. È tutto un cantiere. Stiamo sviluppando, stiamo cercando di capire e di valorizzare la produzione».

«È una storia da costruire. Siamo molto concentrati su questo processo, su questo closing poi vedremo». «L’Italia ha delle caratteristiche di qualità che devono essere valorizzate e noi cercheremo di essere un operatore attivo in questo Paese», ha spiegato Pesenti. Che ha aggiunto scherzosamente «mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco» quanto alle liquidità che Italmobiliare deve incamerare a seguito della vendita della quota di Italcementi.

«Confermo che il mio ruolo si esaurisce dopo il mandato di Squinzi». Così ha risposto Carlo Pesenti, vicepresidente di Confindustria ai giornalisti. Alla domanda se si tratta di una cosa chiusa, Pesenti ha detto: «Sì, o meglio non è conclusa perché devo finire il mandato di vicepresidente con Squinzi e poi dovrò dedicare molto tempo a costruire una nuova Italmobiliare, una nuova strategia». Quanto alla riforma sulle strutture di Confindustria, la cosiddetta riforma Pesenti, ha aggiunto: «Va avanti, ci vorrà tempo per farla. È una transizione che si realizzerà nei prossimi anni con grandi risultati già raggiunti».

Italcementi punta a una quota di fatturato coperta da prodotti innovativi pari al 10% al 2020, rispetto al 6,5% del 2014 e all’1,5% del 2005. Lo ha sottolineato sempre Pesenti parlando alla conferenza di presentazione del cemento biodinamico, in pratica la «pelle» di Palazzo Italia in quanto è la malta cementizia innovativa con cui sono state realizzate la struttura esterna e le facciate interne della costruzione a Expo 2015. Alla domanda se i tedeschi di HeidelbergCement manterranno la strategia innovativa di Italcementi Pesenti ha risposto «questo hanno comprato i tedeschi, la grande opportunità è trarre vantaggio da questo potenziale (di innovazione). Con questa operazione non siamo in 22 Paesi, ma in 40 Paesi, quindi c’e’ tutta un’economia di scala e di scopo».

Pesenti ha indicato che «da sempre nei decenni Italcementi ha cercato di trovare occasioni per creare maggiore valore sviluppando nuovi prodotti e applicazioni per veicolarli grazie alla collaborazione con centri universitari e archistar. Questo lavoro si è concentrato in particolare in i.lab», il Centro di ricerca e innovazione progettato dall’architetto Richard Meier situato all’intero del Parco Scientifico Tecnologico di Bergamo.

Un team di 15 persone per oltre 12.500 ore di ricerca, prove sperimentali, test di laboratorio, applicazioni in scala per la realizzazione dei pannelli. Sono alcuni dei numeri del cemento biodinamico «i.active Biodynamic» brevettato da Italcementi e lanciato sul mercato internazionale nel corso di un evento a Palazzo Italia a Expo.

Sono oltre 750 i pannelli del nuovo materiale che vanno a comporre Palazzo Italia, icona architettonica dell’esposizione milanese. Il cemento biodinamico è una malta cementizia ad alta fluidità. La sua componente «bio» è data dalle proprietà fotocatalitiche del nuovo cemento, ottenute grazie al principio «Tx Active» brevettato dal gruppo italiano. A contatto con la luce del sole il principio attivo presente nel materiale consente di catturare alcuni degli inquinanti presenti nell’aria, trasformandoli in sali inerti e contribuendo così a liberare l’atmosfera dallo smog.

La malta è realizzata per l’80 per cento con aggregati riciclati, in parte provenienti dagli sfridi di lavorazione del marmo di Carrara. La dinamicità è un’altra caratteristica propria del nuovo cemento che ha una maggiore fluidità rispetto alle malte tradizionali e per questo può essere utilizzato per realizzare forme complesse, come quelle dei pannelli con cui è realizzato Palazzo Italia. Infine «i.active Biodynamic» ha una maggiore durabilità e resistenza agli agenti atmosferici.

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