Quote rosa, ma stipendi in rosso
Dal 2 novembre le donne lavorano gratis

In Europa redditi più bassi del 16,3 dei colleghi maschi: vuol dire non essere pagati per 59 giorni l’anno.

Il 2 novembre le lavoratrici europee smetteranno di essere pagate, mentre i loro colleghi uomini continueranno a ricevere stipendi fino al 31 dicembre: è così che la Commissione Ue quantifica il «gender gap» a livello di stipendi in Europa, e ha così deciso di celebrare l’«Equal Pay Day» proprio il 2 novembre. Lo stipendio orario medio delle europee è il 16,3% più basso di quello degli europei, quindi le donne lavorano gratis 59 giorni all’anno. Per l’Italia il «gap» di salario è molto più basso della media europea, fermandosi al 7,3%.

«La differenza di stipendi è già ingiusta, ingiustificata e inaccettabile e nel lungo termine si trasforma in un gap pensionistico ancora più significativo, con le pensionate che prendono il 39% in meno degli uomini», spiegano i commissari Thyssen (Lavoro) e Jourova (Giustizia). Secondo una consultazione pubblicata venerdì 30 novembre, un europeo su tre ritiene che, tra le ineguaglianze uomo-donna, quella sugli stipendi sia la prima da affrontare con urgenza. Tra i motivi di questa differenza, secondo l’Ue c’è il fatto che le posizioni manageriali sono occupate soprattutto da uomini, che quindi godono di maggiori promozioni e paghe migliori. Solo il 3% degli amministratori delegati è donna. Inoltre, le donne impiegano più tempo in attività non retribuite come cura della casa, dei bambini e degli anziani, sottraendo tempo al lavoro, e sono quindi quelle che tendono di più a interrompere la propria carriera, con impatto sulla vita lavorativa futura.

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