Twitter rivoluziona la comunicazione
tra la base e i vertici dei sindacati

All’inizio furono #martanonfartifregare e #amartacipensalafim. Perché nell’era di Facebook e Twitter fare sindacato vuol dire anche essere «social» e lanciare hashtag per promuovere campagne ad hoc.

Nella fattispecie, la Fiom-Cgil e la Fim-Cisl individuarono in Marta - un’immaginaria precaria di 28 anni che Renzi aveva citato in un videomessaggio in risposta ai sindacati: «Pensiamo a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni» - un simbolo della lotta al precariato. Sindacati e sindacalisti - anche a livello locale - hanno preso confidenza con i messaggi in 140 caratteri di Twitter e su temi come il Jobs Act e lo sciopero generale gli animi si sono accesi.

Partiamo proprio dalla protesta del 12 dicembre che ha unito (almeno nelle piazze) Cgil e Uil. Scorrendo i tweet di quel giorno, campeggiano le foto di cortei dove sventolano bandiere rosse e azzurre. Ma - tra sindacati - è tutt’altro che una festa. Mentre la Uilm-Uil cinguetta «Adesione media superiore al 60%, più di 1,5 milioni di persone nelle piazze», la Fim fa la conta nelle aziende metalmeccaniche, mettendo in evidenza quelli che, secondo la categoria, sono numeri da flop.

Oltre che tra le diverse sigle, le polemiche agitano il mondo politico-sindacale. Archiviato il discorso sciopero, 300 delegati Fiom prendono carta e penna e scrivono all’ex numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, oggi presidente della commissione Attività produttive della Camera, chiedendogli di non appoggiare il Jobs Act. L’appello cade nel vuoto e Mirco Rota, segretario generale della Fiom Lombardia, scrive sul microblogging: «Una vita nel sindacato per arrivare a votare contro lo statuto dei lavoratori. Cose sinceramente inaccettabili».

La Cisl la pensa diversamente. Il bergamasco Gigi Petteni, che dal 31 ottobre siede nella segreteria nazionale del sindacato di via Po, raccoglie la sfida lanciata da Renzi e a maggio twitta: «Accettiamo la sfida, ci fa bene». Sul Jobs Act, dopo l’incontro del 19 dicembre - il primo - con il governo, sull’account di Petteni si legge: «Un nuovo contratto a tempo indeterminato contro la precarietà».

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